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Categoria: "Cure Naturali"

FEGATO : ALIMENTI CHE AIUTANO A DEPURARE IL FEGATO

 

l fegato è l'organo principale a cui il nostro organismo deve i processi necessari al metabolismo non soltanto degli alimenti, ma anche di tossine e farmaci. Un'alimentazione ricca di frutta e verdura può contribuire ad alleggerire il lavoro del fegato, in quanto alcuni frutti e ortaggi contengono sostanze in grado di favorire l'attività del fegato e di migliorare i processi di eliminazione delle tossine. Ecco 15 tra gli alimenti più adatti alla depurazione del fegato.

 

1) Aglio

Piccole quantità di aglio sono in grado di attivare quegli enzimi che a livello del fegato aiutano il corpo a liberarsi delle tossine. L'aglio presenta inoltre elevati quantitativi di selenio e allicina, due sostanze naturali che contribuiscono alla depurazione del fegato.

2) Pompelmo

Ricco sia di vitamina C che di antiossidanti, il pompelmo è in grado di migliorare i naturali processi di depurazione del fegato. Un bicchiere di succo di pompelmo appena spremuto contribuisce ad incrementare la produzione di enzimi che favoriscono la disintossicazione del fegato e l'eliminazione delle tossine.

3) Barbabietole e carote

Entrambe estremamente ricche di flavonoidi e di betacarotene, le barbabietole e le carote aiutano a migliorare e a stimolare globalmente tutte le funzioni dell'organismo che contribuiscono alla depurazione del fegato.

4) Te' verde

Il tè verde rappresenta una delle bevande amiche del fegato, in quanto ricco di antiossidanti e di catechina, un componente noto per la propria capacità di contribuire al funzionamento generale del fegato.

5) Rucola e spinaci

Rucola e spinaci, ma anche cicoria e tarassaco e l'insieme degli ortaggi a foglia verde scuro, sono ricchi di clorofilla e contribuiscono a purificare il sangue dalle tossine, neutralizzando metalli pesanti e pesticidi e svolgendo allo stesso tempo un'azione di tipo protettivo nei confronti del fegato.

6) Avocado

L'avocado aiuta l'organismo a produrre il glutatione, un aminoacido solforato con funzione antiossidante utile per contrastare i danni provocati dai radicali liberi e necessario al fegato al dine di liberare l'organismo da pericolose tossine. Recenti studi hanno mostrato come un consumo regolare di avocado possa contribuire a migliorare la salute del fegato.

7) Mele

Ricche di pectina, le mele contengono i componenti chimici necessari al nostro organismo per purificarsi e favorire l'eliminazione delle tossine dal tratto digestivo. Ciò rende più semplice per il fegato occuparsi del carico di tossine durante il processo di purificazione del nostro corpo.

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8) Olio extravergine d'oliva

Oli spremuti a freddo come l'olio extravergine d'oliva, l'olio di semi di canapa e l'olio di semi di lino sono considerati benefici per il fegato, se utilizzati con moderazione, in quanto possono apportare una base lipidica in grado di incorporare una parte delle tossine presenti nell'organismo, alleggerendo il carico delle stesse sul fegato.

9) Cereali integrali

I cereali integrali, con particolare riferimento al riso integrale, sono ricchi di vitamine del gruppo B, nutrienti noti per essere in grado di migliorare sia il metabolismo dei grassi che il funzionamento del fegato. Dal medesimo punto di vista, è preferibile scegliere prodotti alimenti preparati con farine integrali, piuttosto che con farine raffinate.

10) Broccoli e cavolfiori

Il consumo di broccoli e cavolfiori può contribuire all'incremento della presenza di glucosinolati, degli enzimi naturali considerati in grado di contribuire all'eliminazione da parte dell'organismo di tossine, anche cancerogene, diminuendo il nostro rischio di esposizione a malattie tumorali.

11) Limoni

I limoni presentano un contenuto elevato di vitamina C, che aiuta l'organismo a sintetizzare i materiali tossici in sostanze che possano essere assorbite dall'acqua ed in seguito eliminate dall'organismo. Bere del succo fresco di limone al mattino aiuta a stimolare il fegato.

12) Noci

Le noci sono ricche di un aminoacido denominato arginina, che contribuisce ad aiutare il fegato a depurarsi e disintossicarsi, in particolare per quanto riguarda sostanze come l'ammoniaca. E' consigliabile masticare molto bene le noci prima di inghiottirle, in modo da favorire la loro digestione.

13) Cavoli

Come avviene nel caso dei broccoli e dei cavolfiori, il consumo di cavoli permette di stimolare l'attivazione degli enzimi più cruciali nella depurazione del fegato e nell'eliminazione delle tossine.

14) Curcuma

La curcuma rappresenta la spezia da favorire per la depurazione del fegato. Essa può essere aggiunta per il condimento di pietanze a base di verdure o di legumi, per amplificarne gli effetti benefici. La curcuma assiste l'attività degli enzimi che contribuiscono attivamente all'eliminazione delle tossine, con particolare riferimento a sostanze dal potere cancerogeno.

15) Asparagi

Studi recenti hanno rilevato come gli asparagi, con particolare riferimento alle loro foglie, siano da considerare un alimento utile alla protezione del fegato, con particolare riferimento al consumo eccessivo di alcol ed al loro prezioso contenuto di amminoacidi e sali minerali. Il consumo di asparagi può offrire un ottimo contributo nel facilitare la depurazione del fegato.

http://www.laleva.org/it/2013/01/15_alimenti_che_aiutano_a_depurare_il_fegato.html

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Patologie degenerative : un aiuto dalla clorofilla

La clorofilla

La clorofilla Ha una composizione molto simile al sangue umano e come tale è molto utile per rinforzare l’organismo o agire come un vaccino se assunta preventivamente.

Può essere utile dopo una influenza o dopo aver assunto antibiotici per ripristinate le difese immunitarie o come ricostituente in caso di anemia.

La CLOROFILLA è estremamente utile nelle patologie degenerative che hanno come una delle cause la carenza di ossigeno nelle cellule; apportanto ossigeno alle cellule si combatte e si difende il corpo da queste patologie e ne rallenta l’invecchiamento.
Naturalmente, in questo caso, la CLOROFILLA sarà associata ad altri prodotti.

LA CLOROFILLA AUMENTANDO IL METABOLISMO CELLULARE, RALLENTA IL PROCESSO DI INVECCHIAMENTO E ACCELLERA LE REAZIONI CHIMICHE ALL'INTERNO DELLE CELLULE, QUINDI ASSOCIATA AD ALTRI RIMEDI NE AUMENTA L'EFFICACIA (CATALIZZATORE).

Nel corpo umano la clorofilla è necessaria per molte sue attività tra cui:

-E` un potente supplemento anabolico naturale: alcuni studi hanno infatti dimostrato che l`assunzione di clorofilla da parte di sportivi permetteva di ottenere una maggiore produzione naturale di ormoni coinvolti nella produzione di massa muscolare
-E` un tonico ricostituente sia a livello fisico che mentale


-Aumenta l`ossigenazione delle cellule e quindi accresce il contenuto di ossigeno nel sangue permettendo una maggiore resistenza allo sforzo fisico
Migliora la resistenza del corpo umano nei confronti di patologie degenerative e rallenta il processo di invecchiamento


-E` antianemica


-Normalizza la flora intestinale batterica disintossicando ed eliminando le tossine dal corpo
-Agisce contro i radicali liberi


-Protegge il muscolo da eccessivi danni durante la contrazione muscolare (indolenzimento muscolare) e accelera i tempi di recupero


-Aumenta i globuli rossi, porta ferro agli organi e migliora le condizioni anemiche


-Aiuta a purificare il fegato e porta miglioramento nel caso di epatite;


-Regolarizza le mestruazioni


-Porta miglioramento ai diabetici e nei casi di asma;


-Migliora il drenaggio nasale e diminuisce il gocciolamento del naso;


-Utile per i tessuti ulcerosi e le emorroidi;


-Rivitalizza il sistema vascolare nelle gambe e migliora le vene varicose;


-Migliora la depressione per il suo effetto tonico;


-Favorisce l’assorbimento del calcio;


-Porta sollievo in caso di colite, gastrite, ulcera


-Migliora l`azione del cuore riducendo in modo significativo l`alta pressione sanguigna e migliora lo stato di salute generale.

Tra i numerosi effetti benefici della clorofilla ve ne è anche uno che riduce gli effetti delle radiazioni sull’organismo.

Ci sono sciroppi di clorofilla in erboristerie o farmacie serie

Coadiuvante in caso di: anemie iposideremiche; scarso rendimento sportivo e di relazione; convalescenza dopo malattie debilitanti e lunghe degenze a letto, influenze ecc.; necessità di migliorare l'apporto di ferro e magnesio; metabolismo lento.
Consigli d'uso: 30 gocce in acqua prima di colazione e 30 gocce prima di pranzo
Composizione: Acqua, alcol, clorofilla 14% (ottenuta da festuca pratensis Huds.)
Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e un sano stile di vita.

Tenere il prodotto lontano dalla portata dei bambini piccoli.


- Scrive il Dr. Hagiwara: “La clorofilla aumenta la resistenza dell’organismo contro le radiazioni”.
- Studi condotti dall’esercito degli Stati Uniti nel 1959 hanno mostrato che la clorofilla è in grado di ridurre del 50% gli effetti delle radiazioni. I complessi della clorofilla sono una possibilità interessante nell’ambito dei trattamenti in caso di “stress radioattivo”.


- La Signora Schlabitz del circolo lavorativo ricerche Seins bio-energetici ASB (Arbeitskreis Seinsforschung Bioenergetik ASB) definisce la clorofilla come “l’antimateria alla radioattività!”

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SALUTE : ACQUA E SALE

ACQUA E SALE:

Un dono della natura per la nostra salute


Per la vita umana il sale è fondamentale quanto l'acqua. L'assenza di uno di questi due elementi, infatti, rende impossibile la sopravvivenza. Per il sale valgono essenzialmente le stesse osservazioni formulate a proposito dell'acqua. Le virtù del sale per l'organismo umano sono sempre legate all'acqua perché, in termini biochimici e biofisici, le caratteristiche fondamentali di quello si manifestano solo in combinazione con questa. La soluzione idrosalina cristallina è proprio la matrice energetica che permette alla vita di formarsi e di esistere.

Quando più avanti esamineremo a fondo le proprietà del sale, ci riferiremo a un sale che ha mantenuto le sue caratteristiche originali: il sale integro inalterato e naturale, rimasto cosi com'era all'atto della sua cristallizzazione sulla terra, milioni di anni fa. Quando, invece, parleremo del cosiddetto "sale da cucina", che si trova in commercio, indenderemo ciò che esso è principalmente: cloruro di sodio additivato.
Se l’acqua è il nostro alimento numero uno, il sale occupa sicuramente il secondo posto in ordine di importanza. Le nostre esperienze ci inducono a considerare questi due elementi come entità di uguale valore, perché è impossibile parlare della vita in assenza di uno di essi.
Oggi esiste già una vasta letteratura sulla biofisica dell’acqua, ma a scienza si è invece dedicata ancora poco allo studio biofisico del sale.

Acqua e sale: fondamenta della vita
.
Ad un esame attento si osserva che il corpo umano non è che acqua e sale: nel sale cristallino naturale troviamo di fatto tutti gli elementi presenti nell’organismo. Il sistema periodico elenca 92 elementi naturali (compresi quelli stabili e quelli instabili in natura). Con i metodi adatti, ognuno di questi elementi è rilevabile nel sale cristallino naturale inalterato, il quale contiene tutti i costituenti, minerali e oligoelementi, del corpo umano. Per “sale cristallino” intendiamo perciò, in linea di principio, l’insieme di tutti questi elementi naturali.

Ancorché probabilmente improprio in ambito chimico, scegliamo di usare questa definizione anche nel seguito, perché dal punto di vista biofisico la disponibilità quantitativa degli elementi naturali nel sale cristallino non è rilevante.

Nel sale e nell’acqua non c’è traccia di vitamine o di proteine. D’altronde, se analizzate come si presentano nel corpo umano, le sostanze a noi note come vitamine e proteine non sono altro che delle complicate combinazioni a catena di molecole di elementi esistenti singolarmente sia nel sale sia nel corpo umano.

L’incontro dell’acqua e del sale con la luce, in quanto forma di energia, dà luogo alla formazione di composti geometricamente molto strutturati che in termini biochimici risultano essere identici alle nostre vitamine e proteine. Ecco l’importanza della soluzione salma per l’origine della vita e allo stesso tempo la ragione per cui vale la pena di approfondire l’argomento.


Il sale: il mediatore tra energia e materia
Il sale è l’ultima forma di materia che rimane quando la vita biologica si dissolve e diventa strutturalmente più sottile. Già oltre un secolo fa, il medico tedesco Wilhelm Schùssier, ideatore della terapia ai sali Schùssler, fornì la prova che la cenere che si ottiene dalla cremazione dei cadaveri umani non è che l’insieme dei sali di cui il corpo è costituito. Sale è però anche il residuo ultimo della combustione dei rifiuti nei moderni inceneritori. Naturalmente a nessuno verrebbe in mente ingerire il sale che proviene dai prodotti di scarto, ma ciò non toglie che si tratti di sale a tutti gli effetti.

L’uomo primitivo sapeva, come lo sanno gli animali, che il sale gli era vitale. Perciò custodiva i luoghi in cui esso veniva trovato come se fossero stati scrigni di preziosi tesori. Più tardi, il sale si conquistò l’appellativo di “oro bianco” e diventò causa di lotte di potere e di guerre. llmpero Romano addirittura pagava i suoi mercenari con il sale: di questo costume si trova oggi traccia nel vocabolo “salario”. In realtà, per la sopravvivenza degli uomini, il sale contava più dell’oro.

La parola “sale” ricalca il latino “sai” e deriva da “sol” che in tedesco è sinonimo di “Sole”, e significa “acqua salsa” o “soluzione salina”, ma sta anche per “il sole”, cioè la stella attorno a cui gravita il nostro sistema planetario. Nel suo significato sia comune che mitologico, la “sole”, la soluzione salina, è quindi “luce solare liquida”, energia luminosa liquida, incorporata in una struttura geometrica in grado di creare la vita e di conservarla. Anche le parole ci portano a comprendere da dove proviene la vita: dalla “sole”, la soluzione idrosalina del nostro mare primordiale.

Nella voce celtica “Hall”, il cui significato è “sale”, si percepisce ìnche un’assonanza con la parola “heil” che designa ciò che è sacro o santo, come nel caso delle sorgenti sacre e dell’acoua santa. Per i Celti, il vocabolo "Hall" aveva un'altra eccezione: indicava infatti anche un certo tipo di “suono”, cioè un effetto acustico con un lungo riverbero, insomma ciò che chiamiamo “vibrazione”.

Se avessimo conservato questo antico significato, oggi invece di dire “hai bisogno di sale?” chiederemmo “hai bisogno di vibrazione?”.

E’ possibile che i Celti già allora sapessero che il sale ha in sé tutti gli elementi, ovvero che in esso sono presenti tutte le vibrazioni individuali e quindi anche tutte le frequenze di ogni singolo elemento? Che sia questa la ragione per cui la parola “Hall”, intesa come vibrazione, suggeriva ciò che è sacro e santo? Forse perché chi era affetto da una malattia, cioè da un deficit energetico, poteva, con un dono di “Hall”, colmare ogni carenza. La mancanza di una frequenza, dunque di una specifica informazione, energia o forza vitale, si può colmare dal punto di vista energetico e biofisico assumendo del sale. Ancora oggi in geologia il sale cristallino puro viene denominato con il termine “halite” in cui indoviniamo di nuovo la parola celtica “Hall”, vibrazione, e l’assonanza con “Lit”, luce. Parafrasaio liberamente, il sale cristallino, ovvero l’halite, è quindi “luce vibrante” o “vibrazione luminosa”.

La struttura del sale

Proprio come l’acqua, il sale possiede una struttura cristallina ben precisa. A differenza di quella dell’acqua, che è un tetraedro, la struttura reticolare del sale è cubica.

Questi cubi ospitano i quanti di luce denominati fotoni, ossia energia pura. L’energia luminosa del sole, che più di 250 milioni di anni fa riscaldava il mare primordiale, è immagazzinata nel corpo platonico costituito dal reticolo cristallino, come forma di energia potenziale.
Aggiungendo acqua al sale, si vincono le forze del reticolo, si libera l’energia che va a ionizzare gli elementi contenuti nel sale cristallino e si dà origine a un vero e proprio mare di energia pronto a generare vita o a conservarla

La capacità di trasformazione del sale

Dal punto di vista scientifico il sale ha una capacità singolare. A differenza di tutte le altre strutture cristalline, la costruzione atomica del sale non è molecolare ma elettrica. Questa prerogativa conferisce al sale la capacità di trasformarsi.

Un cristallo di rocca immerso in un bicchiere d’acqua, dopo dieci minuti continuerà ad essere lo stesso cristallo perché la sua conformazione molecolare cristallina non gli consentirà variazioni. Il cristallo trasmetterà all’ambiente liquido circostante la sua energia, le sue frequenze, e l’acqua le accoglierà. Ciononostante, come abbiamo detto, il cristallo di rocca rimarrà tale, perché troppo legato alla materia per abbandonare la sua polarità e sciogliersi nell’acqua.

Un cristallo di sale immerso nell’acqua, invece, si scioglierà e produrrà la soluzione idrosalina, una dimensione energetica superiore che non è né sale né acqua. Facendo successivamente evaporare la soluzione otterremo nuovamente sale. Questo elemento non deve essere metabolizzato dal nostro corpo proprio per la sua capacità di trasformarsi autonomamente. L’assimilazione di altre sostanze comporta invece l’onere della loro trasformazione: l’amido va convertito in glucosio, la proteina in aminoacidi, il grasso in glicerina e acidi.

Il sale rimane sempre sale e, in soluzione, cioè in forma ionizzata, è immediatamente utilizzabile dal nostro organismo. A differenza degli altri alimenti, che per essere utilizzabili devono essere scomposti nei singoli costituenti, il sale è invariabile nella forma in cui si rende disponibile e raggiunge il nostro cervello proprio come soluzione idrosalina.

Nessun pensiero e nessuna azione senza sale
Noi viviamo grazie ad impulsi bio-elettrici che sono trasmessi attraverso l'acqua interna di fibre, nervi, ecc. ed alla conducibilità elettrica di questa, che è determinata dalla sua struttura molecolare e dalla presenza di sale disciolto.

Il nostro corpo ha bisogno di sale per compiere ogni minima azione, ha bisogno cioè che gli elementi che esso contiene siano disponibili in forma ionizzata. Se si prende un cavo elettrico a due fili e lo si collega con una spina da una parte e un porta lampade con lampadina dall'altra, si taglia uno dei due fili in un punto lungo il cavo e si spelano le estremità dei tronconi, si immerge questo tratto di cavo nell'acqua distillata e si inserisce la spina nella presa, la luce non si accende. Se si scioglie del sale nell'acqua la lampadina si accende. Perciò senza sale (e acqua) non possiamo vivere.


Dall’oro bianco al veleno bianco

Senza sale la vita è impossibile, eppure oggi è diffuso il convincimento che il consumo di sale faccia male alla salute. Questo dipende dal fatto che il nostro sale da cucina, prevalentemente cloruro di sodio, non ha più molti punti di contatto con l’elemento allo stato originario, ossia con ciò che ci serve per vivere. Il sale cristallino allo stato genuino è infatti molto più che cloruro di sodio e racchiude in sé non due ma tutti gli elementi naturali, esattamente gli stessi costituenti del nostro corpo, quelli che furono all’origine della vita nel mare primordiale.

È anche interessante sapere che il nostro sangue è una soluzione idrosalina identica a quella del mare primigenio e che la sua concentrazione è uguale a quella in cui la vita ebbe origine. Questa soluzione circola in un sistema vascolare di oltre 90.000 km di lunghezza grazie alle forze ascensionali e gravitazionali del nostro organismo e ha il compito di riequilibrare e regolare le funzioni corporee.

Come il sale è divenuto cloruro di sodio

Fin dagli albori dell’industrializzazione, il sale viene ripulito chimicamente e ridotto a cloruro di sodio. Da allora i minerali e gli oligoelementi essenziali vengono semplicemente considerati delle “impurità” e come tali vengono eliminati. Purtroppo il cloruro di sodio, così isolato e innaturale, non ha più niente a che vedere con la natura, con l’integralità o con il sale genuino. Come nel caso dello zucchero bianco e raffinato, "l'oro bianco” diventa per noi “veleno bianco”.

Eppure non è un caso che tutti gli elementi naturali presenti nell’organismo umano si trovino anche nel sale. Il cloruro di sodio a sé stante è una sostanza aggressiva che, dal punto di vista biochimico, cerca un agente equilibrante che gli consenta di mantenere la neutralità, l’equilibrio nel corpo. Ha bisogno, cioè, del suo antagonista naturale per essere attivo.

Antagonisti naturali del cloruro di sodio sono il potassio, il calcio, il magnesio e tutti gli altri minerali e oligoelementi, i quali possiedono quelle specifiche frequenze che garantiscono la costruzione geometrica delle strutture, In assenza di queste geometrie, non riceviamo energia e quindi nemmeno forza vitale. Non è per insaporire che dovremmo assumere il sale, ma per le vibrazioni che contiene e che corrispondono a quelle del nostro corpo.

Come il sale da cucina pesa sul nostro corpo

Malgrado l’assunzione di cloruro di sodio in quantità elevate, la maggior parte delle persone accusa carenza di sale. L’organismo umano richiede un minimo di circa 0,2 grammi di sale al giorno e appena al di sotto di questa quantità manifesta già i sintomi della cosiddetta “fame di sale”, com’è conosciuta negli animali. In Europa occidentale, il consumo pro capite di sale da cucina mediamente non scende al di sotto dei 12-20 grammi al giorno, mentre i nostri reni sono in grado di eliminarne non più di 5-7 grammi, a seconda dell’età, della costituzione e del sesso.

L’organismo possiede un dispositivo di protezione intelligente che identifica il sale da cucina come un veleno aggressivo per Le cellule e vi individua cioè una sostanza nociva e innaturale da eliminare quanto più presto possibile. È questa la ragione per cui i nostri organi escretori sono costantemente sovraffaticati.

Quasi tutti i prodotti a ‘unga conservazione contengono sale da cucina come conservante e perciò, anche senza aggiungerne altro, ne assumiamo una quantità già superiore a quella che siamo in grado di smaltire. Il corpo tenta di rendere innocuo il sale da cucina in eccesso isolandolo. Il cloruro di sodio viene circondato da molecole d’acqua che lo neutralizzano, ionizzandolo in sodio e cloro. Ciò significa che l’organismo è costretto a sacrificare l’acqua altamente strutturata delle proprie cellule per rendere inoffensivo il cloruro di sodio. Le cellule, così disidratate e private della propria forza vitale, muoiono.

Il nostro organismo demolisce e usa i minerali organici agevolmente.

Ma non il Sale da cucina (Cloruro di Sodio, NaCl): esso è Sodio inorganico, che viene dalla terra, non metabolizzato dai Vegetali, composto per il 40% da Sodio e per il 60% da Cloruro.

Sodio e Cloruro sono assemblati molto saldamente, direi ancor più della colla che usa il falegname, per saldare fra loro delle tavole di legno.

Questo legame fa sì che il Sodio non possa essere liberato agevolmente, in modo da potersi aggiungere alle sostanze alcalinizzanti (Magnesio, Potassio, Calcio, Ferro).

Di contro, il Sale da cucina è talmente simile al Sodio organico da essere scambiato per esso: veicolandosi per il corpo, mistifica così tanto bene la molecola di Sodio organico da non essere riconosciuto, con le conseguenti difficoltà di metabolizzazione, che si possono facilmente immaginare. Esso può restare nel flusso sanguigno così tanto a lungo, da influenzare la pressione che regola l'equilibrio cellulare. Il Cloruro di Sodio, pertanto, si sconsiglia ai pazienti cardiopatici e occorre ridurlo o eliminarlo dal cibo quotidiano.

Insomma per il Sale da cucina, "modus in rebus" (moderazione), ma la totale assenza sarebbe sicuramente meglio.

Gli effetti del consumo di sale da cucina

La conseguenza diretta di questo processo è la formazione di edemi e cellulite da iperacidità. Per isolare un grammo di cloruro di sodio che non è in grado di espellere, l’organismo impiega 23 grammi di acqua delle sue stesse cellule. Se il cloruro di sodio è ancora presente in concentrazione eccessiva, esso viene ri-cristallizzato con l’intervento di proteine animali resistenti alla decomposizione, come ad esempio quelle del latte vaccino, che sono prive di valore per il corpo e andrebbero comunque eliminate come acido urico.

Quest’ultimo a sua volta, se non espulso dal corpo, va a combinarsi con il cloruro di sodio che, ri-cristallizzato, si deposita prevalentemente nelle ossa e nelle articolazioni. Ne conseguono malattie reumatiche come la gotta, l’artrosi e l’artrite e anche le calcolosi renali e biliari conseguenti alla combinazione tra cloruro di sodio e acido urico. Il processo di ri-cristallizzazione quindi, non è che una soluzione di emergenza implementata dalle cellule e dagli organi per proteggere il corpo dai danni irreparabili che possono derivare da un’alimentazione insensata. Purtroppo a lungo termine questo processo assume un carattere distruttivo, perché le sostanze nocive rimangono immagazzinate nello organismo.

La potenza dell’industria chimica

Considerate queste implicazioni, è lecito chiedersi: per quale motivo il sale naturale, così fondamentale per la nostra vita, viene trattato chimicamente e ridotto al veleno che giunge sulle nostre tavole?

La spiegazione è semplice: circa il 93% della produzione mondiale di sale serve direttamente o indirettamente ad applicazioni industriali che richiedono il cloruro di sodio puro, cioè privo di elementi che possano interferire con i processi di trasformazione.


L’industria chimica è riuscita a sfruttare le singolari forze di interazione dei sali in numerose lavorazioni e prodotti, e ciò si è rivelato determinante per il progresso industriale. Il cloruro di sodio viene impiegato per produrre soda, detergenti, vernici, plastica, PVC e tutte quelle materie che ci allontanano sempre di più dalla natura. Il restante 6-7% della produzione di sale viene utilizzato nell’industria alimentare come conservante aggressivo a basso costo, per contrastare il deperimento degli alimenti. Infatti non esiste ormai prodotto alimentare trasformato, sia esso yogurt, pane o prosciutto, senza cloruro di sodio. Per l’industria alimentare questo uso del sale comporta enormi vantaggi, perché in molti casi gli alimenti si conservano anche per anni. Per l’uomo invece le conseguenze possono essere nefaste.

Il sale sulla nostra tavola

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Solo una frazione infinitesimale della produzione mondiale di sale entra nelle nostre cucine, come sale di qualità, sale da cucina, sale da tavola o sale alimentare. Campagne pubblicitane intensive cercano di convincere il consumatore che sia salutare aggiungere al sale da cucina degli alogeni altamente tossici quali lo iodio (sotto forma di composti iodati o iodurati).

Il sale da cucina viene spesso anche arricchito con il fluoro, ovvero il più reattivo degli elementi appartenenti al gruppo degli alogeni, che allo stato di gas è di colore giallastro e fortemente irritante. Lo iodio e il fluoro vengono aggiunti artificialmente, il primo perché avrebbe degli effetti benefici sulla tiroide e il secondo perché con la sua azione anticarie difenderebbe la salute dei denti. Eppure i composti che contengono sia iodio che fluoro non fanno che aggravare la tossicità del cloruro di sodio.


La tesi, assolutamente discutibile e confutabile, secondo cui ad esempio la Germania sarebbe un’area carente di iodio, ha intanto avuto la conseguenza di fare sottoporre tutti i cittadini tedeschi, austriaci e svizzeri ad una medicazione forzata a base di iodio. Nel 1995, è stato istituito in Germania l’uso generalizzato dello iodio attraverso quella che è oggi considerata l’azione pubblicitaria di maggiore successo degli ultimi vent’anni. Perciò non sorprende che gran parte della popolazione sia effettivamente convinta che gli alimenti arricchiti artificialmente di iodio, il sale da cucina in primo luogo, siano sani e da preferire.

I risultati scientifici dell’additivazione con iodio e fluoro dovrebbero essere senz’altro ripensati in termini critici. Nel frattempo, il numero delle persone che risentono delle pesanti conseguenze e dei gravi danni apportati alla salute da questi elementi è di gran lunga superiore a quello dei consumatori che ne hanno trovato giovamento. Alcuni scienziati sono persino del parere che l’organismo non sia nemmeno in grado di metabolizzare i composti additivati con iodio e fluoro. Oggi, in genere, gli specialisti del settore addirittura annoverano le nitrosammine tra i cancerogeni più aggressivi, in grado di provocare in modo selettivo tumori a carico di vari organi.

Le sostanze aggiunte agli alimenti, come iodati, fluorurati, tiocianati, acidi clorici, polifenoli e sali metallici, accelerano notevolmente la formazione delle nitrosammine nello stomaco per la reazione di competizione. Lo iodio è al primo posto tra i catalizzatori che concorrono a questa trasformazione, aumentandola addirittura di sei volte. Una ragionevole prevenzione dei tumori dovrebbe imporre l’assoluta astinenza dallo iodio. Il fatto che il Giappone, il paese con la maggiore diffusione di iodio, abbia la più alta percentuale di tumori alla tiroide a livello mondiale (il 25%), è un esempio eloquente.

L’incidenza di questo tipo di neoplasia negli altri paesi diminuisce proporzionalmente al calo del consumo di iodio. Detto in altri termini: meno iodio, meno tumori. Persino l’autorevole rivista tedesca “Òko-Test” ha bollato come “sconsigliati” i composti alogeni organici contenenti iodio, fluoro, bromo e cloro, poiché molte di queste combinazioni sono ritenute allergeniche e cancerogene.

Secondo uno studio effettuato da ricercatori americani, lo iodio aggiunto al sale da cucina sarebbe persino responsabile della diminuzione del liquido seminale nei maschi. Quindi, siate molto critici nei confronti delle affermazioni secondo cui lo iodio aggiunto artificialmente avrebbe effetti benefici per la salute.

Spesso il sale da cucina include anche dei conservanti per i quali non esiste l’obbligo di denuncia, carbonato di calcio, carbonato di magnesio, E 535, E536, E 540, E 550, E 551, E 552, E 553b, E570, E572 e idrossido d’alluminio, i quali servono a migliorare la cospargibilità del sale.

All’alluminio, un metallo leggero che ha la tendenza ad accumularsi nel cervello e che noi assumiamo con gli alimenti preconfezionati e le bibite in lattina, è stata attribuita la responsabilità dell’elevata incidenza del morbo di Alzheimer negli USA. L’alluminio di fatto impedisce alle fibre nervose la sinapsi, interrompendo di conseguenza il flusso del pensiero.

Va ricordato che è proprio il sale contenuto nel nostro corpo ciò che ci permette di pensare. Questo sale contiene tutti gli elementi naturali che malauguratamente i biochimici equiparano ad impurità e conseguentemente eliminano. Per assimilare meglio minerali e oligoelementi abbiamo bisogno di calcio, potassio e magnesio nella loro forma genuina, quella che l’integrità del sale ci mette a disposizione: per il corretto funzionamento del nostro organismo ci serve il sale nella sua pienezza, completo di tutti gli elementi naturali.

.(Fonte: Dott.ssa B.Hendel; Peter Ferreira: Acqua&Sale, inesauribile fonte di vita, Ina Verlags, Baar, Svizzera)

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ALGHE MARINE con grandi virtu' terapeutiche

Alghe marine

Le virtù terapeutiche dell'acqua di mare erano note gia nell'Antichità, presso Egizi, Greci e Romani. Più di recente, a partire dal XVIII' secolo, grazie agli studi del Dottor Richard Russel (1687-1759), ha preso il via quella che viene definita come la "talassoterapia moderna", intesa come metodo naturale di prevenzione e cura che utilizza l'azione singola o combinata delle risorse derivate dall'ambiente marino: clima, sabbia, alghe, fanghi e soprattutto acqua di mare.

Oggi, le straordinarie virtù di queste risorse e della talassoterapia sono sempre più apprezzate quando si ricerca il recupero della forma ideale e del benessere psico-fisico, tanto minati e spesso compromessi dai ritmi della vita quotidiana.

Le proprietà benefiche dell'ambiente marino concentrate nelle alghe rimangono intatte ed efficaci soltanto quando le piante più giovani e vitali vengono selezionate, essiccate e trattate "ad arte". In questo modo, l'ineguagliabile ricchezza di minerali, oligoelementi e vitamine che le contraddistingue può "liberarsi" in tutta la sua pienezza e favorire tonificazione, levigatezza, idratazione e rimineralizzazione del tessuto cutaneo, stimolandone anche il drenaggio, regolandone l'equilibrio idrolipidico e ritardandone l'invecchiamento.

LE ALGHE MARINE SONO VERAMENTE UNICHE NEL "SAPER" CONCENTRARE AL MASSIMO
LE PROPRIETÀ BENEFICHE DELL'AMBIENTE MARINO DI CUI SONO
IL MIGLIOR "CONCENTRATO
"

LE ALGHE UTILI PER:


- Anemia (Nori, Dulse)


- Appetito eccessivo (Agar-Agar, Chondrus crispus)


- Astenia (Fucus)


- Carie e fragilità dei denti (Hijiki)


- Dismetabolismi, in particolare diabete e dislipidemie (colesterolo alto)


- Cellulite (Fucus, Kombu)


- Gastrite, reflusso gastroesofageo, pirosi gastrica (Condrus crispus, Wakame)


- Intossicazioni da metalli pesanti (Agar-agar, Chondrus crispus)


- Ipotiroidismo (Fucus, Kombu)


- Obesità e sovrappeso (Fucus, Kombu, Agar-agar)


- Osteoporosi (Hijiki)


- Psoriasi (Wakame)


- Ritenzione idrica (Kombu)


- Stipsi (Agar-agar, Chondrus crispus)


- Stress e disturbi nervosi (tutte)


- Ulcera gastrica (Wakame)

 

.
Le alghe marine sono usate con successo in cucina ed in erboristeria, contengono minerali e metalloidi in abbondanza: iodio, fino all’1% del loro peso secco, magnesio, potassio, calcio, ferro, alluminio, manganese, fosforo, zolfo, rame, nichel, oro, zinco, cobalto, stronzio, titanio, vanadio, stagno, rubidio, silicio. Queste piante marine sono state definite giustamente “concentrati di acqua di mare”. Le alghe marine contengono inoltre diastasi e vitamine (A, B, C, D1, D2, E, F, K, PP), amminoacidi (acido glutamminico, cistina, metionina, leucina, valina, tirosina, lisina, acido aspartico), glucidi, materie grasse, molta clorofilla, mucillagini, sostanze antibioriche, ecc.

Le alghe sono semplici organismi vegetali di origine antichissima (2,7 miliardi di anni): ne esistono migliaia di specie classificabili secondo il loro colore predominante (azzurre, gialle, verdi, brune e rosse).

Il loro habitat è costituito dalle acque di mari, fiumi e laghi, a condizione che siano sufficientemente esposte alla luce solare: nelle cellule delle alghe avviene la fotosintesi che, utilizzando la clorofilla, permette la produzione di molecole organiche a partire dall’anidride carbonica (CO2) con liberazione di ossigeno. In realtà, nel loro insieme, le alghe sono le maggiori produttrici di ossigeno del pianeta.

Le alghe sono caratterizzate da

- basso contenuto di calorie
- basso contenuto di grassi
- alta concentrazione di proteine facilmente digeribili e assimilabili e con un buon rapporto tra i vari aminoacidi (sia essenziali che non essenziali)
- alta concentrazione di minerali e vitamine
- buona presenza di carboidrati (con bassi indici glicemici)
- molte fibre
- elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi (inclusi gli Omega-3)



Queste caratteristiche possono compensare gli squilibri dell’alimentazione nei paesi industrializzati, in particolare l’eccessivo apporto calorico associato a scarsità di micronutrienti a causa delle varie manipolazioni a cui sono sottoposti i cibi: l’aggiunta di alghe ai nostri piatti di verdura, legumi o pesce può così garantire una valida integrazione nutrizionale senza dover ricorrere a integratori di sintesi.

Sono inoltre fondamentali per chi segue una dieta vegetariana per la presenza di proteine e vitamina B12.
Il rapporto tra i diversi nutrienti varia a seconda delle specie, ma in generale le alghe eccellono per il loro contenuto di:

- Minerali: sono presenti tutti quelli utili, sempre notevoli i contenuti di calcio, potassio, magnesio (dell’ordine di qualche grammo per 100 g di alga) e di iodio (fino a 400 mg. per 100 g. nelle alghe marine). Il contenuto di sodio è tale da non dovere poi aggiungere sale alle preparazioni culinarie. i microelementi (zinco, rame, cromo e tanti altri) sono presenti in tracce ma sempre in forma altamente biodisponibile.

- Vitamine: la vitamina A, come beta-carotene, e altri carotenoidi sono presenti anche 20 volte più che nella carota, il gruppo B è sempre ben rappresentato, inclusa la B12, lo stesso vale per le vitamine C, D ed E.

- Fibre: le alghe sono caratterizzate dalla presenza di particolari polisaccaridi con caratteristiche di fibre indigeribili e in grado di assorbire grandi quantità di acqua. L’agar-agar (presente ad esempio nelle alghe del genere Gelidium) è utilizzato per diminuire il senso di fame e promuovere la peristalsi: le carragenine (presenti nel Chondrus crispus, detto Carragheen) possono aiutare a ridurre il colesterolo, controllare la glicemia e anche proteggere dagli effetti nocivi dei raggi X se assunte per 1 settimana prima e dopo l’esposizione.

L’acido alginico, presente ad esempio nell’alga Fucus (detta anche Kelp) e nella Kombu, ha la particolare proprietà di legare i metalli pesanti (inclusi mercurio, cadmio, piombo) favorendone l’eliminazione: è utile anche in caso di reflusso gastro-esofageo perché protegge le mucose e facilita il transito dei residui di cibo indigerito.

Contengono anche fibre insolubili come la cellulosa.

-Acidi grassi Omega-3: già conosciamo l’importanza di questi grassi polinsaturi il cui apporto risulta sempre carente rispetto ad altri tipi di grassi. Sono presenti in tutte le alghe, ad esempio la Nori è particolarmente ricca di EPA e DHA oltre che dell’importantissimo acido gamma-linolenico (GLA).

-Clorofilla: è il più importante tra i pigmenti contenuti nelle alghe, ne determina il colore verde di base e consente la fotosintesi. Ha una struttura molecolare analoga all’emoglobina, con al centro un atomo di magnesio anziché di ferro: la clorofilla favorisce il metabolismo del ferro e l’assorbimento del calcioE’ epatoprotettiva e deodorante, aiutando a ridurre gli odori del corpo inclusi quelli che originano da una cattiva digestione (alitosi): è inoltre cicatrizzante e favorente la coagulazione essendo di beneficio nei soggetti emorragici (ad esempio in caso di ulcere gastriche).

Tutte le specie di alghe posseggono proprietà come:

- Integratori mineral-vitaminici naturalmente bilanciati, con spiccato contenuto di Calcio facilmente assimilabile e Iodio (solo le alghe marine): risultano quindi particolarmente utili durante la crescita, in menopausa, in caso di problemi dentali e negli ipotiroidismi.


- Disintossicanti: sostengono il fegato e i reni, favoriscono l’attività digestiva e l’eliminazione dei residui tossici attraverso le feci, le urine e il sudore. Hanno inoltre marcata capacità di inglobare ed eliminare metalli pesanti ed altre sostanze tossiche presenti nell’organismo

- Dimagranti (in associazione a diete congrue ed esercizio fisico): le fibre delle alghe favoriscono il transito intestinale e aumentano il senso di sazietà, lo iodio stimola la tiroide e quindi accelera l’attività metabolica

- Antiossidanti: favoriscono l’eliminazione dei radicali liberi
- Toniche: migliorano la capacità delle cellule di produrre e utilizzare l’energia

- Rigeneranti: grazie anche al bilanciato apporto di aminoacidi, vitamine e minerali favoriscono la rigenerazione dei tessuti mentre le fibre hanno azione emolliente

- Antinfiammatorie: per l’effetto combinato di acidi grassi -3, fibre e i vari micronutrienti

- Fluidificanti del sangue: mantengono un livello adeguato di viscosità del sangue grazie a sostanze come la fucoidina

- Regolatrici del metabolismo di zuccheri e grassi: attenuano le eccessive variazioni di glicemia e sono utili nelle dislipidemie (troppi trigliceridi e colesterolo nel sangue)

- Antivirali, antibiotiche, antimicotiche, immunostimolanti: le alghe hanno grande capacità di contrastare microrganismi patogeni con meccanismi aspecifici e questo ha garantito loro di sopravvivere ed evolversi negli ambienti più diversi.

- Antitumorali: questo tipo di azione è allo studio e potrebbe essere dovuta alla presenza di sostanze sopra citate o di altre che sono caratteristiche di ciascuna specie.

Le alghe possono essere utilizzate da tutti salvo poche eccezioni.
Il loro uso può essere come integrazione per chi segue un alimentazione poco variata e/o con molti cibi raffinati, prevenzione di varie patologie, terapia complementare in associazione a farmaci o a rimedi naturali, di mantenimento per contrastare l’invecchiamento, evitare le ricadute di patologie pregresse, rallentare i fenomeni degenerativi

Per quali disturbi è particolarmente consigliato utilizzare le alghe di mare


LE ALGHE UTILI PER:


- Anemia (Nori, Dulse)


- Appetito eccessivo (Agar-Agar, Chondrus crispus)


- Astenia (Fucus)


- Carie e fragilità dei denti (Hijiki)


- Dismetabolismi, in particolare diabete e dislipidemie (colesterolo alto)


- Cellulite (Fucus, Kombu)


- Gastrite, reflusso gastroesofageo, pirosi gastrica (Condrus crispus, Wakame)


- Intossicazioni da metalli pesanti (Agar-agar, Chondrus crispus)


- Ipotiroidismo (Fucus, Kombu)


- Obesità e sovrappeso (Fucus, Kombu, Agar-agar)


- Osteoporosi (Hijiki)


- Psoriasi (Wakame)


- Ritenzione idrica (Kombu)


- Stipsi (Agar-agar, Chondrus crispus)


- Stress e disturbi nervosi (tutte)


- Ulcera gastrica (Wakame)

(Fonte: www.naturopataonline.org)

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