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Categoria: "Scoperte"

Il secondo cervello o cervello femminile

Il secondo cervello o cervello “femminile”

Recenti studi  hanno scoperto l'esistenza di un secondo cervello oltre quello cefalico, localizzato nelle pareti dell'intestino.

Non ci siamo mai accorti dell'esistenza del cervello intestinale, solo perché la coscienza si pensa risieda nella testa,

ma molte decisioni spesso sono prese dalla pancia o, meglio, dai centri nervosi lì appena scoperti.


In tutte le culture, nei modi di dire, nel senso comune, la pancia è tradizionalmente la sede principale dei sentimenti e delle emozioni.


Per gli scienziati, essa conteneva un semplice tubo, governato da riflessi,

finché a qualcuno non è venuto in mente di contare le fibre nervose dell'intestino ed ha così scoperto l'esistenza del cervello intestinale, quasi una copia di quello della testa.

Entrambi producono sostanze psicoattive, che influenzano gli stati d'animo.


Il cervello intestinale lavora in modo autonomo e invia più segnali al cervello di quanti non ne riceva da esso!!!!!!!.

Aiuta a fissare ricordi legati alle emozioni, può ammalarsi, soffrire di stress e sviluppare proprie nevrosi, prova sensazioni, pensa, ricorda.

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Che bisogno c'era di due cervelli?
Nella scatola cranica tutto non ci stava, per far passare i collegamenti col resto del corpo il collo avrebbe dovuto avere un diametro molto grosso.

E poi, appena dopo la nascita, il neonato deve mangiare, bere, digerire: meglio che queste funzioni siano autonome.

Durante la formazione dell'embrione, quindi, una parte delle cellule nervose viene inglobata nella testa, un'altra nell'addome.

I collegamenti tra i due sono tenuti dal midollo spinale e dal nervo vago.


Al secondo cervello sono associate «le decisioni viscerali», spontanee e inconsapevoli:

hanno un ruolo importante la gioia e il dolore.

Per studiare la mente intestinale è nata una nuova scienza: la neurogastro-enterologia, le cui basi furono gettate, a metà dell'800, da Leopold Auerbach, un neurologo tedesco.

Quella che per noi è solo una bistecca, per l'intestino è una realtà fatta di milioni di sostanze chimiche da analizzare, per decidere se si tratta di elementi da assorbire, di un veleno o di un microrganismo da tenere a distanza.

E cosi’ per le informazioni che l’ambiente circostante costantemente ci invia

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I NUOVI BAMBINI DELLE STELLE O SEMI STELLARI (STARSEED)

BAMBINI INDACO, CRISTALLO, ARCOBALENO,

 E I NUOVI BAMBINI DELLE STELLE O SEMI STELLARI (STARSEED) 

Una delle informazioni nell'ambito New Age che vanno più di moda è senza dubbio quella dei bambini speciali. Con ciò intendiamo i vari bambini indaco, i bambini cristallo e così via....ora si parla di un sacco di "tipologie" di bambini speciali. E per tal motivo, è forse utile mettere un po' di ordine e chiarire e definire tali tipologie.

E' importante innanzitutto far sì che l' "unicità" di tali bambini non crei separazione e non escluda in qualche modo tutti gli altri. Pur essendo certo che consciamente tutti siamo d'accordo sul non mettere eccessivamente sul piedistallo questi bambini, penso che inconsciamente le cose siano più complesse. E spesso ci sono forme-pensiero e pensieri inconsci distorti di separazione, esaltazione, distorsione emotiva, traumi infantili, problemi relazionali ecc. che stanno dietro all'esaltazione mediatica di questi bambini.
Solo in tal senso i bambini indaco ed i bambini cristallo si possono considerare nostri maestri: essi, è necessario sottolinearlo, non sono infatti assolutamente superiori agli altri spiritualmente! Per capire ciò, è bene spiegare la natura di questi bambini.

La percezione dei bambini indaco è una percezione dell'eterico da parte di sensitivi, dove si è notato esservi bambini con caratteristiche eteriche peculiari. E' dall'eterico cioè che si è scoperto tale fenomeno. I bambini cristallo hanno invece caratteristiche fisiche peculiari. In altre parole, nel primo caso la caratteristica è una connessione energetica, nel secondo una attivazione genetica. Vediamo meglio tali due tipologie.

Innanzitutto, se è vero che esistono macchinari che possono vedere in parte le connessioni energetiche eteriche (ad es. macchina Kirlian che percepisce l'aura eterica, intesa come insieme di connessioni energetiche, più vicina al corpo fisico) non esistono invece tecnologie, al giorno d'oggi (e per fortuna), per misurare l'attivazione del dna: tale attivazione è infatti nel dna spirituale del Corpo di Luce, attivazione che aumenta man mano che lo Spirito (attraverso il Corpo di Luce) entra nella forma umana durante la propria personale ascensione. Ciò che le tecnologie moderne vedono è invece la sola attività fisica delle basi azotate del dna, e non la loro reale attività spirituale. Attività, quest'ultima, che si esplica in una attività interna alla singola base azotata, e non in un suo scambio informativo esternamente visibile dalle macchine ed inteso come attività fisica. Le informazioni del Corpo di Luce, infatti, vengono trasmesse a livello olografico da una base azotata all'altra (e più ancora in profondità, da ogni singolo quark ad un altro) senza il bisogno di un passaggio di informazioni fisicamente visibile da una particella all'altra.

La caratteristica dei bambini indaco è quella di avere nell'eterico una connessione speciale con razze extraterrestri. La loro natura (a differenza dei bambini cristallo, come si vedrà) non è connessa ad una maggiore attivazione genetica alla nascita, bensì ad una particolare connessione con extraterrestri alla nascita. Nessuna persona fisica terrestre è di per sè un extraterrestre, nemmeno a livello eterico in quanto se nato fisicamente qui per forza, per le leggi della manifestazione, deve essere nato qui anche nell'eterico (la realtà passa dall'eterico al fisico, e ciò che è fisico è per forza stato anche eterico in precedenza). Questa connessione è sempre karmica: attaccamenti eterici con persone eteriche et (presenti su quel dato piano eterico) e così forti da far percepire talvolta alla persona fisica di essere essa stessa extraterrestre. La definizione "indaco" è sensata, dato che la maggior parte di tali bambini presenti in occidente sono connessi etericamente ai siriani (popolo il cui colore dominante nell'aura eterica è il blu). In oriente, invece, la maggior parte di tali bambini speciali sono connessi etericamente ai pleiadiani (popolo il cui colore dominante etericamente è il violetto).

La caratteristica dei bambini cristallo (o bambini della Nuova Era), invece, è quella di avere una genetica alla nascita superiore alla norma. Ora, sebbene sia vero che tale attivazione riguarda prima di tutto il dna spirituale (cioè del Corpo di Luce), ciò non significa dire che tali bambini siano spiritualmente più evoluti degli altri! Assolutamente no.

Tale attivazione genetica riguarda la sola possibilità che si dà allo Spirito di discendere nella forma: maggiore è l'attivazione del dna, e maggiore è la "quantità" di Spirito che può discendere nella forma. Ma tale "quantità" discesa è solo una piccolissima frazione della grandezza di un'Anima (Spirito individualizzato), la cui reale grandezza si può notare solo una volta che tutta tale Anima è discesa nella forma (ossia quando si completa lo sviluppo del Corpo di Luce, livello 3 miliardi).

Ciò significa, in altre parole, che vi possono essere persone la cui Anima è molto più evoluta di quella dei bambini cristallo ma che, per questioni karmiche e limiti della forma, non è stata (ancora, si spera) incorporata nella realtà fisica nella stessa percentuale. L'evoluzione spirituale è dello Spirito, e non della forma fisica. Sebbene sia vero che la vera novità di questa Nuova Era è che esiste la possibilità di incorporare l'Anima, attraverso la nuova energia (magnetica), in modo completo nel proprio corpo e poterne manifestare fisicamente le qualità, rendendo altresì il proprio corpo fisico sempre più forte, sano e, si spera, immortale.

Si parla anche di altre "tipologie" di bambini speciali, ma in realtà non ne esistono altre se non come ulteriori specificazioni delle due qui analizzate. Una tipologia di cui si parla di recente, ad esempio, è quella dei bambini arcobaleno: essi altro non sono che una specificazione dei bambini cristallo, in particolare si tratta di bambini nati con una vibrazione di 6000 o superiore.

E' importante sottolineare anche che tali bambini non hanno alcun potere speciale a livello fisico, mentre a livello eterico possono mostrare di certo una maggior sensitività ed un maggior senso di potere. A livello spirituale, senza dubbio mostrano una coscienza fisica più espansa, dovuta appunto alla maggior attivazione genetica. I bambini indaco esistono sin dai primi anni cinquanta, mentre i bambini cristallo solo dal 2000 (i bambini arcobaleno, in particolare, solo dal 2004).

 Gli indaco sono venuti per gettare i semi per la nuova umanità, cioè per aiutarci ad evolvere, rappresentano un’evoluzione e una speranza per il futuro. Poiché come si sostiene da molto tempo, stiamo per entrare nella quarta dimensione, abbiamo bisogno di evolverci rapidamente a livello spirituale e genetico e lo scopo degli indaco è proprio quello di aiutarci.

Il loro obiettivo è stato anche quello di aprire le porte ai bambini cristallo. E’ bene però tener sempre presente che un bambino indaco (o cristallo o arcobaleno)  non deve sentirsi più speciale degli altri come purtroppo spesso accade. 

BAMBINI CRISTALLO ed ARCOBALENO 

Vengono definiti bambini cristallo (o Cristallini) i bambini nati dal 2000 in poi, alcuni sostengono che siano i figli dei bambini indaco. I Cristallini sono molto pacifici e vulnerabili, hanno un’energia molto potente e non ce ne sono molti perché l’umanità deve essere pronta a riceverli. Ad esempio si sostiene che Gesù fosse un Cristallino e fu “incompreso” perché l’umanità non era pronta. Non a caso Gesù è detto Cristo, da cui Cristallo.

I bambini nati dal 2004 in poi sono invece definiti bambini arcobaleno ma per ovvie questioni di tempo le testimonianze a riguardo sono ancora esigue, ad ogni modo rappresentano un’evoluzione ancora maggiore. 

STARSEED (SEMI STELLARI) dal 2010.

Alcune testimonianze parlano anche di bambini starseed ovvero di bambini semi-stellari. Il corpo degli starseed è umano ma loro percepiscono che sono diversi: provano una profonda attrazione per certi animali, come i delfini e sono profondamente attratti dalle stelle e dalla metafisica, in poche parole sentono di non appartenere a questo mondo. Non ci sono molte testimonianze a riguardo ma è probabile che anche gli Starseed siano venuti sulla Terra per aiutarci ad evolvere.

Gli starseed sono una categoria a parte di individui in quanto non sono umani al 100%. Essi hanno almeno un genitore che non è sulla Terra e il genitore vero è quello extraterrestre. Sovente i genitori fisici del bambino sono starseed a loro volta. Il corpo degli starseed è umano ma loro si sentono strani perchè percepiscono che sono diversi e provano una profonda attrazione per certi animali, come i delfini che somigliano molto alla loro forma originale (su Sirio, pianeta degli Starseed, c’è una razza chiamata Nommos che ha le sembianze di un delfino). Incisioni rupestri rappresentanti delfini che scendono da astronavi ed entrano in acqua sono state ritrovate presso i Dogon africani e molte altre antiche tribù "primitive" in tutto il mondo. E’ probabile che anche gli Starseed siano venuti sulla Terra per aiutarci ad evolvere. Ecco alcune caratteristiche degli Starseed: si sentono molto soli; non si sentono pienamente umani; la maggioranza degli starseed porta geni cristallini per la ricodifica/ascensione. I geni cristallini permettono loro di accedere ad altre dimensioni; hanno una temperatura corporea più bassa del normale; spesso sono in conflitto con il genitore del sesso opposto; sono affascinati dalle stelle e dalla metafisica.

 

http://www.animazen.it/indaco_e_cristallo.html

 

Vi ricordiamo che non necessariamente condividiamo quanto riportato :

… SU ALTRI SITI SI AGGIUNGE :

 

Dopo i bambini Indaco , i bambini Cristalli e quelli Arcobaleno ora giungono sulla terra gli ”Starseed”, i figli delle stelle !

 

Sono “anime” umane solo in parte ed estremamente evolute, brillanti come stelle. Nascono con la consapevolezza di sé e con un bagaglio di conoscenze che possiamo solamente sognarci.

Percepiscono i pensieri delle persone che hanno intorno, sono in grado di leggere loro dentro, di capire chi sono e come sono, come agiranno e si comporteranno.

I bambini delle Stelle hanno in sé l’impulso a far del bene  che non li abbandona mai ed è la loro guida spirituale.

Non sono umani al 100%, difatti hanno una componente extraterrestre, arrivati qui da un altro mondo hanno il compito di assistere l’umanità attraverso l’ingresso nella Nuova Era, il 2012.

Gli Starseed, o figli delle Stelle, spesso si sentono soli e sanno di non essere originari di qui.

In genere il loro vero genitore è quello che non è sulla Terra, oppure sono figli di Starseed già sulla Terra da tempo.

 

Il cielo ha sempre affascinato gli uomini e sin dall’antichità sono nate leggende e storie sulla volta celeste e i loro presunti abitanti extraterrestri.

I nativi americani, in particolar modo, hanno portato con loro leggende molto interessanti a riguardo e ne hanno persino creato una loro religione con veri e propri culti e riti.

In alcune leggende Cherokee, si dice che la loro cultura ebbe origine nell’ammasso di stelle delle Pleiadi molto, molto tempo fa.

 

Essi affermano di essere venuti a questo mondo come Figli delle stelle (starseed o semi delle stelle)  per portare luce e conoscenza.

Se le storie sono vere allora molti di noi ora contengono DNA pleiadiano.

 

Ma chi sono e cosa fanno questi figli delle stelle (starseed) ?

Sono fisicamente uguali agli altri umani ma provengono da altri pianeti.

Non sanno di questa loro caratteristica ma dentro di loro si sentono estranei al nostro pianeta, provando nostalgia ma curiosità al sapere che potrebbero provenire da altri mondi.

 

Vedono la nostra società ingiusta e stupida e si allontanano da associazioni politiche e religiose.

Il loro scopo è quello di aiutare l’umanità a comprendere cosa è bene e cos’è male per poi farla avviare verso ad una nuova era di cambiamento spirituale.

 

Sono esseri volontari che da altri mondi vengono inviati sul nostro pianeta, privati di memoria ed avviati, sin dalla nascita, verso un processo che li porta alla completezza, per essere connessi al loro sé superiore.

Quando hanno raggiunto questa consapevolezza possono allora attivarsi attraverso un “codice del risveglio” per aiutare il pianeta terra compiendo la loro missione.

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Gli starseed hanno quasi sempre un genitore umano (di solito la madre) e uno di un altro pianeta, l’accordo viene stabilito tra gli stessi genitori naturali e i genitori starseed prima della nascita del bambino e in un qualche modo essi rimangono sempre in contatto tra di loro per stabilire un rapporto d’amore e di supporto.

Questo fatto potrebbe spiegare le numerose astronavi aliene avvistate attorno alla terra fin dai tempi antichi.

 

Ecco alcune caratteristiche degli Starseed :

-         Hanno un intenso senso di solitudine.

-         Si sentono come se non facessero parte della loro famiglia terrestre.

-         Sono affascinati dalle stelle e sentono che la loro casa è la fuori, ma non riescono a ricordare dove.

-         Cominciano a mettere in dubbio le usanze della terra in giovane età.

-         Sono attratti dalla ricerca metafisica delle risposte sul perché si sentono così soli e sul perché non sembrano sentirsi a proprio agio sulla terra.

-         Molti hanno una relazione conflittuale con il genitore del sesso opposto.

-         La maggioranza degli starseed ha i tratti del viso della propria madre, ma il resto del corpo è come quello del padre o viceversa, dipende da quale genitore è quello vero, quello da fuori il pianeta. Ciò è fatto per una ragione.

-         La maggioranza degli starseed è portatore dei Geni Cristallini per la Ricodifica/Ascensione del DNA. I geni cristallini li rendono capaci di canalizzare ed avere facilmente accesso ad altre dimensioni così come ricodificare il proprio DNA.

-         Possiedono una temperatura corporea più bassa del normale e hanno l’incapacità di gestire il calore.

-         il 65% di loro sono di sesso femminile, il restante 35% maschile

-         hanno degli occhi irresistibili, spesso di colore grigio, verde, azzurro, indaco

-         sono dotati di un forte magnetismo personale e un senso di “regalità” innato

-         esseri sensibili come i bambini e gli animali sono attratti da loro specie i delfini e i felini

-         il 57% ha delle capacità "sensoriali" che li aiuta a capire le persone e a percepirne l'aura

-         sono particolarmente riluttanti a qualsiasi forma di violenza e di volgarità, fisica o verbale

-         diventano frustrati se costretti da interagire con sistemi organizzati in forma rituale che non richiedono il ricorso al pensiero creativo

-         il 90% di loro si sente tutt'uno con l'universo

-         il 97% è fortemente sensibile alla luce, agli odori e ai suoni

-         il 90% è sensibile ai campi elettromagnetici, naturali o artificiali

-         l'80/85% ha spesso problemi fisici legati al freddo e all'umidità (es. sinusite cronica) e alle alte temperature

-         il 50% ha delle capacità di guarigione sia su stessi che su altre persone

-         quelli in fase di "risveglio", o già attivati, sentono una pressante urgenza di assolvere ai loro compiti

-         hanno un forte bisogno di sapere la verità

-         alcuni di loro hanno avuto incontri ravvicinati con UFO o hanno avuto sogni riguardanti gli altri mondi

-         tutti credono alla vita extraterrestre.

-         sono spesso coinvolti in associazioni per la salvaguardia dell’ambiente e degli animali

-         sono estremamente ecologici

-         Sono per la maggioranza allergici o intolleranti ai farmaci e agli additivi chimici

-         Si cibano solo di alimenti naturali e biologici

 

I "Figli delle stelle" si incarnano nelle stesse condizioni di debolezza e di totale amnesia sulla propria identità, sulle proprie origini e i propri scopi degli umani terrestri.

 

Tuttavia, i geni dei Figli delle stelle hanno in sè un codice di "chiamata al risveglio", che serve a "attivarli" a un momento predeterminato della loro vita. Il risveglio può avvenire in modo delicato e graduale o può invece essere del tutto improvviso e drammatico.

 

In entrambi i tipi di evento, viene recuperato un certo grado di memoria, che permette ai Figli delle stelle di assumersi coscientemente la responsabilità della propria missione. Anche le connessioni con i loro Sè Superiori vengono rafforzate, e questo permette loro di venire guidati in larga misura dalla loro conoscenza interiore.

 

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La vodka ti pulisce la casa : una ricetta fai da te per la pulizia di quasi ogni stanza della vostra casa

Quando si pensa alle ricette fai da te per la pulizia ecologica e eco-compatibile, pensiamo inevitabilmente e sempre all’aceto, il bicarbonato di sodio, sale, limone, e al borace…

Ma lo sapevate che è possibile utilizzare anche la vodka  per la pulizia di quasi ogni stanza della vostra casa ?

L’alcool contenuto nella vodka la rende un potente disinfettante, e funziona benissimo come sgrassante.  È anche possibile utilizzare la vodka per deodorare tessuti: ricette semplici, che non hanno bisogno di ingredienti speciali.

1 Detergente Multiuso
In un flacone spray, unire una parte di acqua ad una di vodka. È possibile utilizzare un nuovo flacone spray o lavare e riutilizzarne uno in vostro possesso. Si usa per pulire i controsoffitti, antine, vetri e specchi.

2 Disinfettante
Non è necessario utilizzare il triclosan tossico per disinfettare in bagno o in cucina. Vodka alla riscossa: basta riempire una bottiglia spray con vodka, spruzzare sulle aree piu incrostate e lasciate riposare per qualche minuto prima di pulire la superficie.

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3. Eliminare il calcare
Pensate a questa come l’alternativa naturale a quei terribili odori chimici che rilasciano i prodotti anti calcare. Si usa più o meno nello stesso modo dell’anti calcare che trovate in commercio: spruzzate generosamente sulle pareti della doccia, piastrelle o qualsiasi altra area lavabile e colpita da residui di calcare e sapone. Lasciate riposare per 15 a 20 minuti poi pulire con uno straccio umido. Easy Peasy!

4. Deodorare Tessuti
Spruzzate un po di vodka sui tessuti per assorbirne gli odori.Si consiglia di fare un piccolo test per assicurarsi che l’alcool non faccia sbiadire il colore prima. Se siete preoccupati per l’odore che lascia la vodka non preoccupatevi! L’alcol evapora, e l’odore svanirà non appena il tessuto si asciuga.

5. Vodka per eliminare il grasso
Al lavaggio a mano di pentole e padelle unti è possibile aggiungere un po ‘di vodka  per eliminare i residui di grasso ed unto. La prossima volta che riempite il lavandino aggiungete qualche cucchiaio di vodka per il mix. L’alcol elimina in modo molto più facile i residui untuosi.

http://www.promiseland.it/2012/11/10/la-vodka-che-pulisce-casa/

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Come inserire i fiori nella vostra vita di tutti i giorni al fine di coglierne i benefici

Fiori e benessere quotidiano

Prendere del tempo per fermarsi ad odorare ad esempio il profumo delle rose serve come “promemoria” per vivere il momento.

L’utilizzo di essenze floreale per “rinnovare il proprio meccanismo di guarigione” è il primo rimedio scoperto dal Dr. Edward Bach, secondo l’enciclopedia illustrata di rimedi curativi. Bach scoprì che le emozioni erano legate alle condizioni fisiche, e che le persone con un atteggiamento negativo erano maggiormente soggette alle malattie. Individuò sette stati di benessere emotivo e creò 12 rimedi floreali per affrontarli.

Da allora, i terapeuti hanno cominciato ad utilizzare sempre più i rimedi floreali come soluzioni omeopatiche per combattere emozioni come ossessione, ansia, apprensione e la depressione.

Di seguito riportiamo alcuni modi semplici per “incorporare” i fiori nella vostra vita di tutti i giorni, al fine di coglierne i benefici.

La prima regola da seguire è quella di acquistare oli essenziali di fiori nei negozi specializzati, di origine biologica privi di qualsiasi componente chimico.

Potete anche mettere dei petali di fiori in una vaschetta del ghiaccio e riempirla con acqua. Lasciate che il ghiaccio si formi intorno ai petali ed utilizzate i cubetti ottenuti per profumare la vostra acqua.

Acquistate tè fatti con fiori freschi, come ad esempio quello fatto con fiori di gelsomino e lavanda per allontanare lo stress e disintossicare la pelle.

Se decidete di raccogliere voi stessi dei fiori, il consiglio è di disporre fiori freschi su una superficie piana e farli asciugare. Una volta che i petali sono secchi, avvolgeteli in materiale con maglie a rete e utilizzateli come un pot-pourri per dare alla vostra casa un profumo fiorito.

Potete anche creare le vostre proprie essenze floreali! Fate bollire il fiore e il suo ramoscello in una pentola di acqua filtrata o minerale. Fate cuocere i fiori per 30 minuti, fateli raffreddare (con il coperchio sulla pentola) per altri 30 minuti. Filtrate e verste l’acqua residua in una bottiglia. Utilizzare questo liquido ottenuro ad esempio per strofinarlo sui punti di tensione del corpo o avvicinando la bottiglietta sotto le narici per inspirarne tutte le qualità aromatiche.

Questi suggerimenti sono tratti da The Illustrated Encyclopedia of Healing remedies enciclopedia ricca di informazioni su come migliorare il benessere generale con il potere dei fiori.

1. Rosa selvatica

L’essenza di rosa selvatica aiuta le persone ad infondere fiducia in se stessi e mtivarsi permettendo di ritrovare la curiosità per la vita. La Rosa Selvatica può essere utilizzato anche per alleviare i sintomi della menopausa e pre-mestruale. Queste essenze hanno anche proprietà anti-infiammatorie ed aiutare a mantenere una carnagione chiara.

2. Lavanda

La lavanda è molto conosciuta per la sua capacità di indurre un sonno riposante. Il suo aroma calmante può essere utilizzato per calmare li stati di ansia. I fiori viola vengono usati per curare l’acne:”uccidono” i batteri della pelle e leniscono le parti infette. La lavanda calma il mal di testa e la tensione provate a metterne qualche goccia intorno ai seni nasali e paranasali ed alle tempie.

3. Lonicera

Avete una sensazione di nostalgia di casa o di nostalgia in generale? La lonicera aiuta a mantenere vivi i sentimenti felici del passato, e da la forza di andare avanti senza nostalgia di ricordi lontani. Può essere usato anche per aiutare una persona in lutto ed è utile per coloro che stanno attraversando periodi di grande dolore.

4. Viola d’acqua

Il nostro mondo invaso dai social network riduce in maniera devastante l’interazione reale con gli altri, diminuendo sensibilmente il tempo da trascorrere con i nostri amici. Poiché la comunicazione attraverso le varie tecnologie è così facilmente disponibile, è diventato facile vedere il mondo solo attraverso una lente LCD. Anche se alcune persone posson preferire di godersi il loro tempo da soli, l’interazione sociale è importante per il benessere.I sentimenti che accompagnano l’isolamento, come la solitudine e la depressione, possono essere eliminate con la viola d’acqua. Essa infatti aiuta a scoprire e/0 ritrovare la sicurezza in se stessi, a ritrovare il coraggio di fidarsi, ad incrementare il desiderio di comunicazione e di cogliere i vantaggi che derivano dalla condivisione.

5. Mimolo

A meno che non siate Superman o Wonderwoman, il coraggio non è una qualità che la maggior parte di noi mortali possiede. Sia che la vostra paura sia razionale o irrazionale, il fiore Mimolo è utile nel calmare il panico e domanre la paura. Il fiore ci permette di trovare il coraggio dentro di noi di andare al di là di ciò che noi crediamo di essere, a superare i nostri limiti. Questo fiore calma l’apprensione che si manifesta spesso, quando ci troviamo di fronte ad una paura, e ci permette di rispondere in modo adeguato con la mente sgombra e lucida.

I fiori hanno un’ influenza misteriosa e sottile sui sentimenti, analogamente a certe melodie musicali. Rilassano la tensione della mente. Dissolvono in un attimo la sua rigidità. (H.W. Beecher)

(Foto di aurorami su Flickr)

http://www.promiseland.it/2012/11/06/fiori-e-benessere-quotidiano/

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Ramanujan, il grande matematico indiano che ha sbalordito i matematici di tutto il mondo

Ramanujan Srinivasa Aaiyangar, geniale matematico indiano, nacque il 22 dicembre 1887 e morì il 26 aprile 1920 a soli 33 anni. Era privo di istruzione e proveniva da uno sconosciuto villaggio dell'India. Egli rappresenta un tipico esempio di genio innato.

Ramanujan è stato uno dei più grandi matematici di tutti i tempi, al pari di Gauss o di Eulero, nonché un prodigio nelle capacità di calcolo: una specie di Mozart della matematica. Dotato di un talento straordinario per la teoria dei numeri, ha lasciato taccuini (Notebooks di Ramanujan) pieni di formule. Ancora oggi ci si chiede come abbia potuto scoprirle senza poterne dare delle vere dimostrazioni. 
Si racconta che il grande matematico inglese Hardy, dicesse a Ramanujan malato di tubercolosi nell'ospedale di Putney: "Il numero del mio taxi è il 1729, mi sembra un numero alquanto stupido". Al che Ramanujan rispose: "No Hardy! No! E' un numero molto interessante. Il più piccolo esprimibile come somma di due cubi in due diversi modi:  1729 = 10^3 + 9^3, 1729 = 12^3 + 1^3 ".
Ramanujan nacque a Kumbakonam presso Madras nel 1887, non in un grande centro intellettuale, purtroppo, ma proprio nella parte sbagliata del mondo, da una famiglia poverissima anche se di casta elevata. Fin dalla più tenera età, Ramanujan, si era appassionato ai numeri e alla matematica e aveva letto ogni libro che gli venisse a tiro. Poverissimo e con una moglie da mantenere accetta di lavorare come impiegato al porto di Madras, con uno stipendio di 20 sterline annue. Nel gennaio 1913 viene scoperto dal grande matematico inglese G.H. Hardy, docente di matematica a Cambridge, vincitore di diversi premi e il più illustre matematico inglese. Hardy intuì immediatamente il genio matematico del povero indiano e si offrì di aiutarlo in tutti i modi possibili. Per liberarlo dai problemi economici e per permettergli di continuare gli studi lo fece venire a Cambridge, ove all'età di 30 anni fu eletto Fellow della Royal Society. Morirà, purtroppo, all'età di 33 anni, nel 1918 malato di tubercolosi, tra le braccia della moglie. Hardy, per ricordare il genio di Ramanujan, scriverà:
"Quando sono depresso e costretto ad ascoltare gente pomposa e noiosa, mi dico: "Be', io ho fatto una cosa che Voi non avreste mai potuto fare e cioè aver collaborato con Ramanujan pressappoco alla pari".

Qui di seguito riporto alcune sensazionali formule scoperte da Ramanujan:

 

 

 

Tratto da: www.matematicaeliberaricerca.com

 

Ramanujan Srinivasa Aaiyangar

A cura di Angelo Mastroianni, 30.04.2004, tratto da:  www.torinoscienza.it

Per gli appassionati di matematica, Ramanujan è un personaggio che fa venire i brividi, che suscita un misto di ammirazione, stupore, incredulità, amarezza. Non si può separare l'interesse per l'opera dalla curiosità per la vita, ciò accade puntualmente per tutti i grandi "eroi romantici" della scienza o dell'arte.
La brevità della sua vita e della sua bibliografia ci fa rivivere l'amarezza per la prematura scomparsa dal mondo e dalla matematica di Evariste Galois o di Niels Abel.
La creatività di Ramanujan, come quella di Frederic Chopin, non venne intaccata dalla malattia: entrambi continuarono a concepire i loro capolavori dal letto in cui morirono di tubercolosi. L'intuito impressionante, la capacità di anticipare i tempi, l'originalità, l'autolesionismo suscitano la stessa incredulità per quell'indecifrabile prodigio che era Ettore Majorana.
Il tentativo di suicidio e altri momenti di instabilità di Ramanujan ci ricordano quelli, purtroppo andati a termine, di Alan Turing e Ludwig Boltzmann, e le menti disturbate o del tutto folli di Georg Cantor, Kurt Goedel, John Nash. La frenesia nel calcolo è della stessa natura che animò la vita di Paul Erdos. Qualcuno paragonò il ritrovamento di un quaderno perduto di Ramanujan all'eventuale scoperta di una bozza della decima sinfonia di Ludwig van Beethoven.
L'accostamento tra matematica e arte potrà apparire sconcertante. Inoltre, proprio questi fuoriclasse contribuiscono a un pericoloso e diffuso pregiudizio sui matematici e sulla matematica: cioè che questa non venga considerata (al pari dell'arte) come una scoperta di ordine nell'universo, una delle più belle creazioni della mente umana.
Ma una disciplina arida, pericolosa, col suo linguaggio impossibile, destinata a pochi pazzoidi soli e incompresi. La figura di Ramanujan è l'ideale per smentire questi pregiudizi: pochi, forse nessuno, tra i grandi matematici hanno operato con un processo creativo così vicino a quello dell'artista come ha fatto Ramanujan.
E se alcuni grandi che hanno segnato la scienza hanno avuto un'esistenza "diversa" dalle persone comuni era perché, come Chopin e Beethoven, erano delle singole, grandi eccezioni. Non bisogna dimenticare che i matematici in generale sono persone del tutto normali, solo forse con una maggiore capacità di coniugare la fantasia con la ragione.
Srinivasa Iyengar Ramanujan era, appunto, un'eccezione. Nato il 22 dicembre del 1887 a Erode, nell'India meridionale, Ramanujan visse l'infanzia e l'adolescenza a Kumbakonam, circondato dalla spiritualita' della sua casta: i brahmani. Tra la miriade di divinità, Namagiri era quella cara alla sua famiflia. Era Namagiri, secondo lui, la "musa" che lo ispirava e che gli appariva in sogno svelandogli i segreti dei numeri. Nonostante la casta, le sue condizioni erano piuttosto misere, Ramanujan avrebbe sofferto spesso la fame. Le sue abilità matematiche si svilupparono fin dalla scuola, in parallelo a un'ipersensibilità quasi patologica verso un mancato riconoscimento, un insuccesso o qualsiasi cosa di cui vergognarsi. Ad esempio, scoprire che delle relazioni trigonometriche che aveva ricavato erano state trovate un secolo e mezzo prima nientemeno che da Leonhard Euler, fu per lui una mortificazione tale che quando se ne accorse nascose i calcoli nel tetto di paglia. Con quell'ingenuità che non avrebbe mai perso, e che avrebbe incantato i matematici occidentali, non riusciva a rendersi conto di quanto fosse eccezionale riottenere da solo un risultato del grande Euler. Un'altra volta, da ragazzino, era rimasto irreversibilmente offeso perché un suo amico aveva preso un voto più alto in matematica.
Ma non si gettò completamente nella matematica se non fino al primo incontro importante della sua vita: "A Synopsis of Elementary Results in Pure and Applied Mathematics", di George S. Carr. Per un normale studente, la "Synopsis" era poco più che un formulario, una raccota di circa cinquemila teoremi e formule in svariati settori della matematica. Non per il diamante grezzo Ramanujan: seduto nel portico della sua casa, a due passi dal tempio, passava ore e ore con una lavagnetta manipolando numeri, formule, ricavando da solo i teoremi e i risultati del libro. Era questa la sua principale attività, anche a lezione al College. Il risultato del totale disinteresse per le altre materie segnò per sempre la sua carriera: venne bocciato più volte ed escluso da due Colleges, quindi privato delle relative borse di studio. 
A rendere la sua povertà ancora più assurda, c'era il fatto che sapeva andare oltre il libro, ma molto, molto più lontano. Otteneva risultati che avrebbero sbalordito i matematici di tutto il mondo, fino a oggi. Completamente all'oscuro delle notazioni più usate e di cosa fosse già noto alla comunità dei matematici, Ramanujan a volte riscopriva cose già note (ma da autodidatta, è come scoprirne di nuove). Ogni tanto trovava anche risultati sbagliati. Il più delle volte però, le proprietà dei numeri, delle serie, delle frazioni continue, degli integrali (e molto altro ancora) che "vedeva" senza dimostrarle erano preziosissime perle, che i matematici avrebbero impiegato anni per estrarle dall'ostrica, per dimostrarle. Senza insegnamenti, senza laurea, solo con la "Synopsis", la lavagnetta o la carta che non bastava mai (la riutilizzava con inchiostro diverso), Ramanujan aveva imparato, da solo, a fare matematica come nessun altro sapeva: "sto tracciando un nuovo percorso tutto mio", avrebbe scritto. Senza né soldi né lavoro, la madre Komalatammal gli diede in sposa una bambina di nove anni, Janaki che, come era tipico per le spose bambine, non poteva vivere con lui fino alla pubertà. Iniziò allora un periodo di peregrinazioni da una città all'altra, in cerca di un lavoro, presentandosi da personaggi ritenuti influenti, con gli incomprensibili quaderni per curriculum e a volte senza i soldi per il cibo o il treno. Alla fine Ramanujan, il più grande matematico indiano, uno dei più originali di sempre, trovò un lavoro a Madras come ... contabile!

Ramanujan riuscì anche a pubblicare dei risultati sui numeri di Bernoulli. Ma non divenne famoso per quello (almeno non subito), a portarlo nel mondo della matematica sarebbe stato il secondo grande incontro della sua vita: Godfrey H. Hardy, l'eminente matematico del Trinity College di Cambridge. Tra le lettere che gli amici gli consigliarono di inviare in Europa, questa arrivò ad Hardy: Gentile Signore, mi pregio di presentarmi a Voi in qualità di contabile [...] con un salario di sole 20 sterline l'anno. Al momento ho quasi ventitré anni. Non ho ricevuto un'istruzione universitaria [...] Dopo aver lasciato la scuola, ho utilizzato il tempo libero a mia disposizione per occuparmi di matematica [...] e i risultati che ho ottenuto sono definiti dai matematici di queste parti "sorprendenti"

Con umiltà e sfacciataggine, Ramanujan proseguiva elencando alcuni suoi studi: ho trovato una funzione che rappresenta esattamente il numero di numeri primi minori di x.

"Esattamente", diceva. Si sbagliava, ma la lettera conteneva circa nove pagine allegate di altri teoremi. Il pacato e inglesissimo Hardy non sapeva ancora che la sua vita (così come quella di Ramanujan) stava per cambiare per sempre. Sconcertato, mostrò la lettera a tutti. Riconobbero qualcosa su integrali e serie, eppure anche i risultati noti apparivano in una veste nuova. Ma c'era poi qualcosa che sembrava davvero provenire da un altro pianeta.

Di teoremi come questo sulle frazioni continue, Hardy, la massima autorità matematica inglese dell'epoca, non riusciva a capacitarsi: "mi sconfissero del tutto, non avevo mai visto niente di simile prima di allora. Una sola occhiata è sufficiente a mostrare che potevano essere stati elaborati solo da un matematico di grandissimo valore (...) Devono essere veri, perché se non lo fossero, nessuno avrebbe un'immaginazione tale da inventarli". Oltre alla difficoltà di arrivare a risultati di tale eleganza (notare la strana simmetria dei coefficienti: 1, -2, 4, -3, 1 al numeratore e 1, 3, 4, -2, 1 al numeratore) con oggetti così complessi, c'era il problema di dimostrarne la verità. L'originalissimo bagaglio matematico di Ramanujan non conteneva infatti il concetto fondamentale di dimostrazione.

Seguì uno scambio epistolare tra i due, con Hardy sempre più incuriosito e più insistente sulle dimostrazioni. Presto avrebbe smosso le sue conoscenze per portare Ramanujan in Inghilterra. Ma a un brahmano era rigorosamente vietato oltrepassare l'oceano. Almeno ora Ramanujan non era più solo: nella matematica che conta sapevano di lui. Infatti dall'India arrivò la tanto attesa borsa di studio. Ora, anche se senza laurea, Ramanujan era un matematico vero, che pubblicava articoli, frequentava la biblioteca del Presidency College di Madras, calcolava anche di notte alla sua maniera febbrile e appassionata: "a volte bisognava ricordargli di mangiare", disse Janaki.

Alla fine, per le influenze di amici, soprattutto di Hardy, ma anche grazie alla sua Namagiri, Ramanujan si convinse a sfidare l'ortodossia e a salpare per Cambridge. "Hardy e Ramanujan" è una coppia che i matematici di tutto il mondo avrebbero conosciuto presto leggendo gli articoli pubblicati a più mani che nascevano da quell'immensa miniera d'oro che erano le idee e i quaderni di Ramanujan. Sotto l'influenza di Hardy e di altri matematici di Cambridge, il diamante grezzo si stava rapidamente trasformando in diamante puro.

Rieducare Ramanujan alla matematica "terrestre" non era facile. Disse Hardy: "Avevo anche paura che, se avessi insistito troppo su questioni che Ramanujan trovava seccanti, avrei potuto distruggere la sua sicurezza o rompere l'incantesimo della sua ispirazione [...] ovviamente appresi da lui molto più di quanto lui apprese da me". La descrizione migliore l'ha data il matematico Laurence Young: "era come scrivere su una lavagna coperta di stralci di una lezione più interessante". Per lui si stravolgevano le regole: nel 1916 gli venne assegnato per meriti il diploma B. A. (la nostra laurea), per via di uno dei suoi lavori più importanti (sui numeri altamente composti). Avrebbe poi ricevuto due tra le massime onorificenze accademiche inglesi: Fellow del Trinity College e della Royal Society.

Purtroppo però, per Ramanujan le cose sarebbero andate per il verso sbagliato e l'Inghilterra si trasformò da luogo che gli diede l'immortalità nel posto dove iniziò la sua fine. Per quanto fosse felice di fare matematica a quei livelli e per quanto fosse circondato dalla stima di tutti, Ramanujan non riuscì mai a inserirsi nell'ambiente di Cambridge. Non lo aiutarono il carattere degli inglesi, la distanza culturale enorme che li separava e neanche Hardy, col quale entrò in confidenze personali solo molto tempo dopo.

Ci fu un ritorno emblematico di quella vergogna esagerata e incomprensibile che fece dubitare addirittura del suo equilibrio mentale. Di fronte al rifiuto della terza porzione di un piatto che aveva cucinato per degli amici invitati a cena, Ramanujan cedette di nuovo allo stress, al superlavoro o chissà a quale processo mentale tutto suo e andò via. Ma non come un bambino che si chiude in camera a piangere, Ramanujan andò via senza dare notizie per qualche giorno!

Il senso di esclusione e le difficoltà di adattamento che minarono la psiche e il fisico di Ramanujan sono ben resi da Robert Kanigel nel libro "The man who saw infinity" (finalmente edito in Italia: "L'uomo che vide l'infinito", Rizzoli) da cui sono tratte questa storia e tutte le citazioni: "Nell'India meridionale, i confini tra l'interno e l'esterno non erano cosi' fissi e immutabili come in Inghilterra [...] In India muri e finestre erano piu' permeabili. Insetti, odori e suoni portavano l'esterno all'interno. Tamie e lucertole scorrazzavano attraverso le imposte delle finestre. A Cambridge, ivece, tra la solida pietra di mura di cinquecento anni, persisteva un onnipresente senso di divisione e demarcazione".

Eppure "il freddo inglese", come lo chiama Kanigel, non affievoliva le capacità matematiche di Ramanujan. Lo dimostra il lavoro svolto con Hardy sulla funzione di partizione p(n): il numero di modi in cui un numero intero può essere ottenuto come somma di altri interi (ad esempio, p(4)=5 perché ci sono 5 modi per ottenere 4 come somma di interi: 1+1+1+1, 1+1+2, 2+2, 1+3, 4). I due posero le basi per trovare la formula esatta di p(n) per n qualsiasi, un risultato spettacolare per i matematici.

Ma a un certo punto Ramanujan si ammalò, non fu subito chiaro che era tubercolosi. Comincio' a vagare da un sanatorio all'altro, soffrendo la fame e il freddo (la cura dell'epoca prevedeva la giacenza in stanze non riscaldate). Lo stress per la malattia, problemi a casa con Komalatammal e Janaki, l'insofferenza per il cibo inglese (era rigorosamente vegetariano) non facevano che aggravare la situazione. I problemi col cibo potevano diventare una vera e propria ossessione, se alla pratica vegetariana (inopportuna con la tisi) si aggiunge l'ostinata testardaggine di Ramanujan, che non voleva adattarsi.

Non è ancora chiaro il motivo, ma un giorno i nervi gli cedettero ancora e tentò di uccidersi sotto la metropolitana di Londra. Una guardia fermò il treno a pochi metri da Ramanujan che si ferì alle gambe. C'è un altro episodio che può far riflettere sul suo stato: dopo aver bevuto una bevanda confezionata, l'Ovaltine, convinto che fosse a base vegetale, lesse l'etichetta per caso e scoprì che conteneva estratti animali. Mortificato, scappò come al solito e interpretò il bombardamento che lo colse per strada non come uno degli ormai consueti raid aerei della grande guerra (era il 1918), ma come una punizione divina per aver mangiato carne!

L'elezione a membro della Royal Society gli risollevò un po' il morale, ma non si poté fare a meno di riportarlo in India. Anche Ramanujan sapeva che la fine era vicina, ma non perse l'allegria e lo spirito arguto che lo rendevano amabile con tutti. Tornato in India, continuò a vagare da un luogo di cura all'altro, godendosi un po' di vita coniugale, continuando a lavorare e a dimagrire, lui che era stato sempre decisamente grasso. Janaki racconta che, ridotto ormai pelle e ossa, prima di perdere conoscenza "non c'era altro che la matematica ... Quattro giorni prima di morire stava ancora scarabocchiando".

A trentadue anni, dopo aver sconvolto la matematica con i suoi teoremi e con il suo stile unico, Ramanujan se ne andò il 26 aprile del 1920, a Madras. Il necrologio scritto da Hardy venne pubblicato su Nature (105, pagg. 494-495 1920). Hardy avrebbe curato la pubblicazione delle sue opere ("Collected Papers of Srinivasa Ramanujan", Cambridge University Press, 1927) e avrebbe scritto anche un libro su di lui ("Ramanujan", Cambridge University Press, 1940).

Qualche tempo prima di morire, Ramanujan aveva rivisto quell'amico di scuola che lo aveva offeso con un voto più alto e gli aveva detto: "Ho un'amica che mi ama molto più di tutti voi e che non vuole assolutamente lasciarmi". Si riferiva alla febbre da tisi, ma a noi piace applicare le stesse parole all'unica vera amica di Ramanujan, che davvero non lo abbandonò mai: la matematica.

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