SEMINARIO SULLA MORTE, IL BARDO PIU’ IMPORTANTE PER IL RISVEGLIO ALLA VITA
LA RICONESSIONE CON IL NOSTRO ETERNO SE’ SUPERIORE
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Dedico questo seminario a Deana e Sebastiana, nostre dolcissime allieve, ai miei genitori ed ai miei amici che sono “di la del velo”.
… noi siamo lo stesso percorso,nel “Vuoto”udiamo la stessa musica,saliamo verso la stessa luce,che non ci abbagliera’,ma che innondera’la nostra anima come un’unica sinfonia.
Che grande ed incredibile esperienza ! Abbiamo scelto Dio per l’eternita’ e il nostro amore e’ diventato eterno e noi Vivi come non mai. Con gratitudine.
Carmen
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“Possiate svegliarvi come il sole all’alba, pronti per fare la vostra sacra offerta. Avanti, con gioia, come un pellegrino nel suo viaggio.
O essere eroico, cammina con decisione offrendo te stesso alla vita. Possa tu piantare lo stendardo della vittoria nel servizio del genere umano”
(Rig Veda)
La morte non e’ la fine della vita. La vita e’ un processo che non ha fine. La morte e’ soltanto un passaggio fenomenico e necessario. La dissoluzione del corpo non e’ diversa dal sonno. Proprio come un uomo dorme e poi si sveglia cosi’ devono essere considerate la nascita e la morte. La morte e’ come il sonno, la nascita come il risveglio
(Swami Shivananda)
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LA MORTE, SPIEGATA DA UNA BAMBINA DI UNDICI ANNI, AL SUO ONCOLOGO
Quando sarò morta, penso che la mia mamma avrà nostalgia, ma io non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita!” – “Cosa rappresenta la morte per te, tesoro?”, le chiesi.- “Quando siamo piccoli, a volte andiamo a dormire nel letto dei nostri genitori e il giorno dopo ci svegliamo nel nostro letto, vero? “È così. Un giorno dormirò e mio Padre verrà a prendermi. Mi risveglierò in casa Sua, nella mia vera vita!” Rimasi sbalordito, non sapendo cosa dire. Ero scioccato dalla maturità con cui la sofferenza aveva accelerato la spiritualità di quella bambina. “E la mia mamma avrà nostalgia”, aggiunse.- Emozionato, trattenendo a stento le lacrime, chiesi: “E cos’è la nostalgia per te, tesoro?” “La nostalgia è l’amore che rimane!”
Dr. Rogério Brandão, oncologo
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“In verita’, io non sono il mio corpo, la mia razza, la religione o altre credenze e nemmeno gli altri lo sono. Il vero Se’ e’ infinito e molto piu’potente: una entita’ completa e integra che non e’ mai corrotta o danneggiata. il mio Se’ infinito possiede tutte le risorse di cui ho bisogno per navigare attraverso il mare della vita perche’ sono un tutt’uno con l’energia Universale. In effetti, io sono Energia Universale. Ma l’energia Universale, come il nostro puro stato di consapevolezza, deve restare illimitata e informe per poter diventare tutt’uno con noi e creare la guarigione, la magia e i miracoli. Dal mio se’ infinito e dalla consapevolezza che non sono disgiunta dalla fonte ne’ da tutto il resto, la paura svanisce. Non ho piu’ paura della vita percio’ non ho piu’ paura della morte. Nell’altra dimensione c’e’ solo puro incondizionato amore.”
(Anita Moorjani) dopo la sua esperienza pre-morte
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La morte e’ il solo fenomeno rimasto che non sia stato inquinato dall’uomo: per il resto l’uomo ha corrotto ogni cosa, ha inquinato tutto ! Solo la morte e’ rimasta intatta nella sua verginita’, libera da qualsiasi manipolazione o corruzione umana. L’uomo non sa cosa fare di fronte alla morte:non e’ in grado di comprenderla, non e’ capace di farne una scienza; ecco perche’ la morte resta libera da qualsiasi contaminazione umana, ed e’, attualmente, la sola cosa “pulita” che sia rimasta al mondo.
(OSHO)
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Questa e’ la natura della morte: abbandonarsi allo sconosciuto, liberarsi degli ormeggi e aprirsi all’ immensita’ di cio’ che realmente siamo.
(Joan Halifax)
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Indire questo seminario e’ stato per me una sfida e nello stesso tempo un evento emozionante e commovente. Mi ha cambiato la vita, mi ha permesso di “familiarizzare” maggiormente con la morte.
…quindi, grazie !
Sulla Terra vi sono uomini e donne avventurosi e coraggiosi che scalano montagne o si inabissano nelle profondita’ degli oceani, persone che conoscono il rischio ma che mettono alla prove le proprie capacita’ per conoscere i propri limiti e per vedere al di la’ delle proprie paure. Scopriranno spesso un mondo nuovo e meraviglioso.
Si puo’ essere avventurosi e coraggiosi anche nell’esplorare il microcosmo, scalare vette ed immergersi nelle profondita’ del proprio essere, dove la vita e la morte sono congiunte e divenendo vuoti e incrollabili si potra’ conoscere l’essenza delle cose, avere l’attitudine del Creatore e,superando la dualita’, vedere che nel cosmo tutto e’ appropriato: la vita e la morte insieme.
E’ tutto appropriato?
Nel test di questa era, di questa umanita’ tecnologica e spirituale insieme, speriamo che l’appropriatezza abbia ancora un volto umano. Parlare della morte e’ appropriato poiche’ ci appartiene, perche’ e’ il punto di giunzione, il bardo dei nostri due mondi: il divino ed il terreno insieme. Nella casa del Creatore, si avanza lentamente ma non vi e’ oscurita’ ultima. Se lo chiamate vi rispondera’ e non perche’ siete di una religione piuttosto che di un’altra, con la morte questo non ha importanza poiche’ essa e’ un fatto personale tra noi e chi ci ha creato, tra noi e il nostro Se’. Se credete invece che ci sia il nulla, allora farete l’esperienza di “un buco nero” per poi scoprire che contiene infinite galassie; ma non temete, non c’e’ in questo dire nessun giudizio ne’ indottrinamento.
L’intento del test epocale non e’ il perche’ si muore, ma il come e questo partendo dalla propria responsabilita’,coerenza, fiducia e volonta’. Infatti non ci inoltreremo sulle motivazioni della sofferenza che porta alla morte fisica perche’ per molte religioni e molti uomini e’ diversa l’una dall’altra, ma osiamo dire che l’uomo ha una visione ridotta della realta’ e l’anima di ognuno ha dimenticato l’intero spettro di luce. Non ricorda di essere Amore incondizionato. Cosi’ non conosce “l’intera Verita’ di Dio”. Noi siamo Luce, anime di luce che prendono un corpo fisico, condensano questa luce e dimenticano per poter fare una nuova esperienza sulla Terra, per imparare ad essere e tornare Divini… ritornare spirito, luce, soffio del Creatore. Amore creativo.
Questo “cambio d’abito” e’ detto ora nascita ora morte. Esse sempre implicano una fatica, una prova, un brivido e poi la liberazione. Sono BARDI, punti di giunzione, presenti entrambi.
Per due anni ho assistito, nel reparto di maternita’,alla nascita di tanti neonati. Quello che piu’ mi colpiva, che piu’ rendeva sacro il momento, era l’attimo prima che il bambino venisse al mondo: nella sala parto scendeva il silenzio, l’ostetrica, il medico si fermavano, nessuno si muoveva, la madre improvvisamente taceva…era un tempo fuori dal tempo: vita e morte insieme, si percepivano. Frazioni di secondo che duravano un’eternita’…ed ecco il pianto del neonato…aveva “vinto” la vita e tutti eravamo in aiuto, e tutti alla fine gioiosi.
Ho assistito a tante morti nei miei 13 anni di lavoro in ospedale e quelle che piu’ mi hanno commosso sono quelle in cui il morente diveniva consapevole, si abbandonava; anzi mi chiedeva lui stesso qualcosa sulla morte ed io che lo assistevo ero sincera e partecipe, commossa ma rasserenante. Non mentivo alla persona ma “l’accompagnavo”. La persona moriva in pace e dignitosamente. Le avevo detto che le ero vicina, che era amata,che c’era ancora vita dopo la morte anche se diversa da quella che conosceva.
La parola morte ha una sua forza intrinseca e da sola ha la capacita’ di spaventare molte persone. Ma la paura fa perdere la grazia, ci si perde nella contrazione. Tutto e’ in continuo cambiamento, e’ una legge dell’universo, ma nel cambiamento possiamo puntare su valori elevati e agire con grazia o valori piu’ bassi e agire con paura. E’ la paura e la liberazione dalla paura la nostra sfida piu’ grande.
Sapendo che la morte e’ una cosa vera e la vita e’ una cosa vera, allora si dovrebbe viverle fino in fondo ed e’ appropriato farne esperienza con un grado elevato di consapevolezza. Si puo’ divenire consapevoli anche nella morte. Per gli uomini, per ogni cosa bella si deve attraversare un mare di difficolta’. Non c’e’ liberazione senza fatica, non c’e’ liberta’ gratuita, per imparare ad essere se stessi onesti ed integri si deve lavorarci, l’uomo si deve guadagnare la conquista. Molte persone che hanno fatto esperienze di pre- morte ci raccontano invece che la strada e’ piu’ semplice: se amassimo profondamente noi stessi il nirvana sarebbe gia’ su questa Terra ! Se amassimo gli altri come noi stessi l’egoismo sarebbe solo una mancanza di amore che verrebbe riempita e nessuno sarebbe piu’ escluso. Se non ci lasciassimo condizionare dagli altri, se non cercassimo di essere quello che gli altri vogliono che noi siamo, ma fossimo semplicemente noi stessi, se seguissimo con amore e passione quello per cui siamo qui su questa Terra, non saremmo cosi’ frustrati, non ci ammaleremmo e non dovremmo morire magari precocemente e dolorosamente.
In questo seminario non vogliamo dilungarci in concetti filosofici, anche se in questa dispensa ne troverete moltissimi, ma ci faremo comunque aiutare da saggi ed esperti tramite i loro libri e le loro esperienze; le esperienze di tutti i popoli della terra; tuttavia essi saranno solo un appendice poiche’ il fulcro del discorso riguardera’ voi e noi, una condivisione personale sulla morte e sulla vita, per ampliare i nostri orizzonti e capire se realmente stiamo vivendo la nostra vita o se ci siamo ritirati nella non vita con la paura della morte.
Ho incontrato la morte io stessa da vicino diverse volte, ma volta dopo volta non l’ho sentita nemica e volevo che fosse amica. Non e’ cattiva ne’ buona, e’ giusta. Prima o poi arriva per tutti, nessuno escluso. Ora la vedo come un angelo di rara bellezza con le ampie ali nero lucenti che riflettono tutti i colori dell’universo. E’ ricca di amore in una creazione dove spazio e tempo per me non esistono, dove tutto e’ adesso, luce, beatitudine dove creatore e creato si incontrano e risuonano e risplendono. Questa e’ la mia visione, voi ne avrete delle altre.
Devo ammettere che non sono stata cosi’ brava, cosi’ profonda, sono solo stata molto aiutata. Non ho avuto bisogno di arrivare alla morte per essere stata beneficiaria del dono di una visione celestiale. Mentre stavo attraversando una piccola via di paese, improvvisamente non c’erano piu’ case, ne’ alberi ne’ persone, ma un immenso bagliore di un bianco che mai potro’ descrivere…era la LUCE DI DIO, l’immensa luce, e vibravo della sua pura essenza che mi amava, percepivo il suo amore con una tale profondita’ che immediatamente veniva ricambiato e insieme, in unione, tutto intorno e oltre, veniva inondato da questo nostro Amore. Spero che La beatitudine che ho provato e che porto sempre nel cuore, sia quella che mi accompagnera’ al momento di “tornare al di la’ del velo”. Il momento della mia morte-vita. Questo amore mi libera dalla paura della morte. -Se sei cosi’ amata, nonostante le tue mancanze, le paure, le storie difficili – allora la paura svanisce e lascia posto all’amore. Come non potrebbe? L’amore e’ la forza piu’ potente!
Sembrava un amore dimenticato perche’ quando e’ successo non stavo meditando ne’ facendo qualche corso spirituale, quindi perche’ e’ successo proprio li’ e perche’ proprio ad un essere insignificante come me? Cosi’ ho trascorso un lungo periodo di incredulita’, di diniego per una mancanza di stima e di amore per me stessa. Per la paura che altri mi prendessero per squilibrata. No, ora non posso piu fare finta di niente. Un amore cosi’ grande, indicibile e umanamente inspiegabile, ma nello stesso tempo cosi’ intenso, posso finalmente e con ricambiato amore condividerlo.
Ma come spiegare questo ai miei fratelli e sorelle di percorso di vita che soffrono e piangono e vivono vite senza dignita’ e muoiono soli, abbruttiti, desolati o suicidi? Come spiegare loro che sono egualmente amati e lo saranno sempre?
Non ho parole per spiegarlo, posso solo amarle cosi’ come sono. Magari in silenzio. Provare empatia e continuare ad inviare amore. Non e’ sempre facile. Anzi, spesso non lo e’ affatto. Ma se dai miei gemiti e dalla mia compassione e dalla mia partecipazione puo’ nascere un po’ di sollievo, una piccola speranza, perche’ ho speranza e fiducia, allora non smettero’ mai di tentare un cambiamento, di amarli e pregare per la nostra consapevolezza, insieme !
Alla fin fine posso solo cambiare me stessa, amare me stessa per avere amore da condividere. A volte sara’ un amore non accettato a volte respinto, altre volte incanalato. Siamo insieme in un percorso e tutti interconnessi quindi se sto bene con me stessa anche l’altro stara’ bene con me. Se riusciro’ a guarire me stessa, anche l’altro guarira’. Facile a dirsi, difficilissimo a farsi…ma continuiamo a provare…
Potremmo incontrare la morte in un ospedale e soffrendo, potremmo morire in meditazione, nel sonno o violentemente, ma quando e’ arrivato il nostro momento ella appare e sara’ comunque dolce con tutti se non la respingiamo, se abbiamo accettato il ciclo delle vite o perdonato chi ci ha ferito profondamente. Se abbiamo perdonato noi stessi ! Non c’e’ giudizio nell’al di la’ se non il nostro e noi siamo spietati con noi stessi !
Questo l’ho imparato da mio padre e lo ringrazio davvero.
La nostra era stata un convivenza decisamente faticosa a volte molto dolorosa. Ho sofferto per la sua morte perche’ non ero ancora in un cammino di crescita, ma lui mi ha insegnato qualcosa “sul dopo la morte”. Qualche settimana dalla sua morte l’ho sognato. Sono trascorsi molti anni ma quella e’ stata la sua unica “apparizione”. Nel sogno ho visto un bellissimo altare di legno pregiato. Il luogo era sacro e silenzioso. Su quell’Ara il corpo di mio padre era sdraiato e ricoperto da candidissimi veli bianchi. Salita la scalinata mi sono avvicinata a lui. Stava male ma era stranamente tranquillo. Gli ho toccato la fronte, bruciava. -“Hai la febbre papa’ e alta, cosa posso fare per te?”- gli ho chiesto- e lui cosi’ mi ha risposto:- ” cara figlia non e’ morire che e’ doloroso e bruciante, quanto rivedere la propria vita e perdonare i propri errori”…!
– Mi dispiaceva che soffrisse tanto, ma percepivo che avrebbe superato ogni evento- Nonostante tutto ci amavamo e lui mi aveva aiutata, anche se a fatica, a fare quello per cui sono nata ed ancora provo verso di lui tanta riconoscenza .
La morte dei miei genitori, dei miei fratelli, di amici mi ha sempre insegnato qualcosa in piu’…a volte ha assecondato il mio bisogno di purificazione. Inviavo amore e compassione per tutto quello che era successo fra noi. Questi eventi mi hanno permesso di rivedere la vita trascorsa e chiedere scusa con l’aiuto anche dell’Ho’oponopono. E’ stato un cammino doloroso e faticoso perche’ diventi consapevole che in ogni situazione la tua scelta e’ stata determinante e gli errori sono stati anche tua responsabilita’. Eppure avere fiducia nel grande piano divino, nella possibilita’ di autocurarci anche nell’anima, mi lasciava piu’ rasserenata. Sentivo che un filo conduttore ci legava e che ognuno doveva fare la sua parte.
Sarebbe appropriato ora parlare anche del KARMA e delle REINCARNAZIONI
Milioni di persone al mondo credono in questo grande Piano creativo. Buddha dice:” se vuoi conoscere il passato guarda il tuo presente. Se vuoi conoscere il futuro, guarda il tuo presente” Anche Gesu’, nel vangelo di Tommaso suo diretto discepolo, insegna che siamo sempre responsabili di ogni parola che uscira’ dalla nostra bocca.
Il termine KARMA in sanscrito significa atto, azione, parola o fatto. La legge del Karma insegna che i nostri pensieri, parole o fatti sia positivi che negativi creano una catena di causa ed effetto e che sperimenteremo l’effetto di ogni causa a cui noi stessi abbiamo dato inizio. Quindi il karma e’ il nostro benefattore perche’ ci restituisce il bene che abbiamo inviato agli altri ed e’ il nostro piu’ grande insegnante perche’ ci permette di imparare dai nostri sbagli. Esso non e’ una punizione, la legge del Karma e’ intesa come la legge dell’amore. Non esiste amore piu’ grande di poter divenire consapevoli delle nostre azioni e quindi di “aggiustare il tiro” permettendo alle nostre anime di evolvere e di far evolvere l’umanita. Secondo questa legge viene data misericordia e amore ad ognuno: reincarnarsi per servire coloro che hanno sofferto e per dare a noi stessi la possibilita’ di sviluppare i nostri pieni potenziali e soddisfare cosi’ le ragioni della nostra esistenza, cosa che non basterebbe una vita. Ci incarneremo fino a quando non diverremo “illuminati” …la piccola goccia che si fonde nell’immenso oceano dell’esistenza.
Dice Elisabeth Prophet:” Qualsiasi cosa siete o non siete ve lo siete guadagnato, qualsiasi cosa siete o non siete, la potete cambiare. Questa e’ la natura del Karma; perche’ karma non vuol dire destino. Esso ci puo’ aiutare a comprendere quello che siamo o siamo diventati, le circostanze della nostra vita, gli eventi che prendono forma intorno a noi, le persone che sembriamo attrarre, ma questo non ci dice come reagiremo a quelle circostanze, agli eventi e alle persone che incontreremo. Dipende tutto da noi ed e’ questo che determinera’ il nostro destino. Abbiamo esercitato la libera scelta di creare karma, possiamo esercitare la libera scelta di trasformarlo. I limiti li poniamo noi stessi, le nostre scelte determinano il nostro destino e non il contrario! L’argomento e’ cosi’ complesso e le esperienze sono cosi’ molteplici che e’ preferibile dialogarne di persona. Le ideologie sono tante. Lo vedrete nella dispensa che riceverete.
Gli antichi Indu’ ci insegnano che bisogna vivere la vita secondo le leggi della vita stessa, dove quello piu’ adatto a rimanere rimane e dove tutto ritorna poi alla terra. La vita e’ un sogno ed e’ importante non sognare il sogno di un altro. essere responsabili di quello che si fa o che si E’. E’ importante sapere chi siamo e cosa vogliamo .E’ importante conoscere il motivo per cui siamo venuti su questa Terra.
La vita e’ un libro dei mutamenti e, come dice Yogi Harbhajan , occorre leggerlo solo per capirne le funzioni poiche’ non ci si puo’ opporre ai cambiamenti, essi devono giungere che siano buoni o cattivi poiche’ quello che pensiamo buono segue sempre il cattivo e il cattivo il buono. …ma sempre la nostra parte divina portera’ conforto e soluzioni se l’intento e’ integro.
Siamo in un’epoca violenta e distruttrice?
Non siamo i primi sulla Terra per questo primato, ma mai come ora siamo arrivati a dei vertici di coscienza cosi’ potenti e mai abbiamo raggiunto picchi tecnologici cosi’ stupefacenti, ma anche mortali su larghissima scala. Si parla di tutto oggi, non vi e’ censura in quasi niente di quello che vogliono che noi pensiamo: internet ha unito il mondo ma lo ha anche maggiormente responsabilizzato.
Pochissimi tuttavia ci istruiscono sulla morte , o ne facciamo un’esperienza personale di qualche nostro congiunto o spesso la conosciamo solo in quella continua sequenza di immagini violente che oramai hanno anestetizzato le coscienze allontanandole da un elevato concetto del morire stesso. Si perde cosi’ la sacralita’ della vita. E la morte diventa una specie di video gioco. Oppure la si esorcizza con feste a base di zombi, crani, teschi, scheletri…ma la morte non e’ quella, non e’ piu’ li, l’anima si e’ gia’ liberata a quel punto!
Per questo e’ importante recuperare i valori della nostra umanita’ dell’amore per noi stessi che diventa amore per gli altri e, parlando della morte in termini piu’ consoni alla vera vita, le persone si renderebbero consapevoli che hanno dei compiti importanti da svolgere, che hanno una responsabilita’ personale e collettiva da rispettare, che la vita e’ preziosa perche’ sono in essa per scelta e per imparare ad evolvere e aiutare gli altri a farlo. Consapevoli di questo non sprecherebbero la loro vita ma cercherebbero, ognuno nel suo campo, l’eccellenza, l’integrita’ e il rispetto, la’ dove ognuno avrebbe valore, nessuno escluso. Nel piu’ piccolo dei piccoli puo’ vivere l’essere piu’ elevato. Cosi’, al momento della morte, che non sarebbe piu’ provocata da efferati delitti o errori umani, si potrebbe “ritornare a casa” con serenita’ e con un grande senso di appartenenza che fugherebbero ogni paura o timore. Ritorniamo bambini che sono amati e lodati. Cambierebbero i “vestiti” ma l’anima non cambiera’ poiche’ e’ la parte immortale di noi. Ogni cosa verra’ equilibrata.
Ogni giorno della vita e’ un altro giorno della morte ed e’ meglio morire dicendo la verita’ piuttosto che vivere da codardi nascondendo la testa sotto la sabbia per non voler sapere o per scappare, per uccidere impunemente o per vivere in un’ indifferenza agghiacciante.
“La nostra società teme la morte. È tanatofobica,. La morte è il tabù della nostra società. La morte nella nostra società è come gravata da inibizione comunicativa. Parlarne significa infrangere le convenzioni e commettere una specie di gaffe” (Gianluca Magi).
“Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”… Il grande filosofo del linguaggio Ludwig Wittgenstein dice: “ ci sono cose di cui non si vuole parlare ma si dovrebbe, e allora il silenzio è più simile a una omissione fintamente consolatoria, una via di fuga e, peggio ancora, una imperdonabile menzogna… Tra queste “cose di cui non si vuole parlare” c’é senz’altro la morte, un tema che nella cultura occidentale viene esorcizzato in tutti i modi, se non addirittura rimosso, scaltramente evitato. “
Attenzione e trasformazione. Presenza e impermanenza. Consapevolezza e non attaccamento. Eccole, le parole chiave con cui far crollare qualsiasi tabù sulla morte e accogliere il senso immediato di liberazione che ne consegue.
La paura della morte, tuttavia, fa parte del naturale istinto di sopravvivenza dell’uomo, ma puo’ essere trasmutata, cosi’ ci faremo aiutare dalle esperienze di persone che sono tornate dalla pre-morte e ci scambieremo emozioni e sensazioni e riflessioni . Impareremo, attraverso l’aiuto di Cesare Boni, Osho, Denis, Pincherle, Halifax, Kubler Ross etc… i vari passaggi del morire, gli effetti sul corpo fisico e sulla mente, il nostro corretto comportamento da tenere davanti a un morente, la conoscenza acquisita che ci aiutera’ anche quando arrivera’ il nostro momento. Avendo preso famigliarita’ con la morte la renderemo sacra come la vita.
Avremo compreso che la paura, gli attaccamenti, le recriminazioni sono sentimenti da superare; e solo le nostre Guide,il nostro SE’, le musiche, i mantra possono accompagnarci dolcemente (quando e’ possibile. E, come ci dicono tutti quelli che sono “ritornati in un corpo fisico” , al di la’ del tunnel una grande luce, un ‘amore divino”ci attende, ci sorprendera’ oltre ogni dire.
A QUESTO SEMINARIO VENGONO COLORO CHE VORRANNO ABBRACCIARE L’INFINITO, CONOSCERE LA COMPASSIONE E IL CORAGGIO E POI L’ABBANDONO FIDUCIOSO DI FRONTE AL PENSIERO DELLA MORTE E AL MORIRE
Vengono quelli che vivono con semplicita’ e grazia, quelli che vogliono sapere e superare la paura della morte, quelli che desiderano cambiare e dare valore alla loro esistenza e conoscere il proprio se’, quelli che dicono: mi fido e mi affido, quelli che vogliono imparare ad amarsi e a stimarsi e ad essere consapevolmente se stessi.
Vengono coloro che vorranno giungere alla loro morte consapevoli e sereni nel momento in cui la loro polarita’ li portera’ alla loro totalita’, al CREATORE dei mondi. Credenti o atei senza divisioni. Avranno grazia e compassione per tutto.
Vengono quelli che saranno in grado di accompagnare e sostenere i loro cari o chiunque si pone sul loro cammino che si trovi nel BARDO del morire : riconosceranno i Segni, avranno delicate soluzioni.
E comprenderanno che il pianto e’ solo commozione per la grandezza dell’evento: un essere umano, magari molto amato, e’ RITORNATO A CASA.
Rimane di queste creature il profumo della loro essenza, un gesto, l’opera che ha compiuto, magari un sorriso. Comprendendo cosi’ che la morte non e’ qualcosa di definitivo come magari ci hanno insegnato o come avevamo pensato, ci sentiremo guidati, sostenuti e amati. Si puo’ guarire anche nella morte se l’abbracciamo consapevoli di quello che e’: Riconnettersi con il NOSTRO DIVINO SE’ SUPERIORE, con l’immensa Energia Universale che io chiamo DIO, poiche’, dopo tante fatiche, prove, gioie e dolori del vivere terreno, attraverso la consapevolezza il puro intento e la ritrovata capacita’ di amare e di rimanere nella mente meditativa (che non giudica), avremo conosciuto finalmente i veri noi stessi ed in modo nuovo: spiriti liberi di esplorare mondi infiniti.
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La morte – Il rifiuto della morte-
La morte, intesa come morte individuale, non deve essere confusa con la morte (o estinzione) di una intera specie. Dal punto di vista evolutivo, anzi, la morte individuale è una conseguenza e una necessità contenuta nel concetto di evoluzione.
A livello biologico, la morte e’ la cessazione delle funzioni vitali negli organismi viventi e nell’uomo. La morte è una questione controversa. In mancanza di flusso sanguigno e di ossigeno, i tessuti umani muoiono a tempi diversi. Per esempio, nel caso di un arresto cardiaco, le cellule cerebrali, che consumano molto ossigeno, cominciano a morire in pochi minuti, mentre i tessuti strutturali e connettivi (pelle, ossa, tendini, cornee) sopravvivono anche 24 ore dopo la cessazione del battito. Per questo motivo, in genere è più corretto considerare la morte come un processo graduale, piuttosto che come un evento singolo. Alcune trasformazioni del corpo segnalano con certezza che si è giunti a un punto irreversibile. La definizione del decesso si basa oggi sul criterio cardiorespiratorio e su quello cerebrale; nel primo caso, si adotta una versione standardizzata del criterio storico, che prende in considerazione il battito cardiaco e la respirazione; nel secondo si effettua una misurazione diretta o indiretta della funzionalità dell’encefalo. LA DEFINIZIONE DI MORTE CEREBRALE ha ormai acquisito un ampio consenso ma, anche definire cosa si intenda per “cerebrale” è una questione tutt’altro che risolta.
La difficoltà di interpretare,filosoficamente la morte rispetto alla vita è rappresentata dalla varietà di letture e culture. Nonostante che i modi di definire e di analizzare la morte possano variare diametralmente, di cultura in cultura, la credenza in una vita dopo la morte – un aldila’– è molto diffusa ed estremamente antica. Ne parleremo piu’ avanti.
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Il rifiuto della morte dilaga nella nostra cultura, lasciandoci tristemente impreparati quando giunge il momento di morire o di aiutare gli altri a morire. Spesso le persone non sono disponibili nei confronti di coloro che hanno bisogno di loro perche’ paralizzati come sono dall’ansia e dalle resistenze, e spesso anche noi non siamo neppure disponibili verso noi stessi.
Mi e’ di grande aiuto l’esperienza di Joan Halifax che ha trascorso 40 anni ad assistere i morenti e ad aiutare le persone che erano loro vicini. Ella si e’ ispirata a tre principi enunciati da Roshi Glassman, le tre basi con le quali costruire la pace.
Questi tre principi sono:
- IL NON SAPERE che ci invita ad abbandonare tutti i pregiudizi sugli altri e su noi stessi e a porci con la mente dei principianti
- L’ESSERE TESTIMONI che ci esorta ad essere presenti alla gioia e al dolore del mondo cosi’ come si presentano, senza giudizio ne’ attaccamento ai risultati
- L’AGIRE COMPASSIONEVOLE che ci richiama a rivolgerci o a ritornare al mondo con l’impegno di liberare noi stessi e gli altri dalla sofferenza.
L’accettazione delle nostre sensazioni e’ essenziale come base per lavorare nell’ambito del morire, della morte,dell’assistenza ai morenti. E’ importante praticare l’accettazione e fare del nostro meglio per sperimentare ogni cosa totalmente senza tirarci indietro rispetto all’intensita’ delle situazioni, anche se all’inizio possono sembrare terrificanti. Questa pratica contemplativa e’ del tutto naturale: non c’e’ niente di speciale da realizzare, nessuna realta’ trascendentale da raggiungere, semplicemente restare in quello che c’e’.
Accorgersi, rilassarsi e lasciar andare. Per quanto insopportabile ogni disagio ci possa sembrare, alla fine tutto cio’ di cui facciamo esperienza e’ solo temporaneo, quindi mostriamo ogni sentimento o sensazione che compare nella nostra vita perche’ e’ perfetto proprio cosi’ com’e’.
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LA MORTE COME TERRITORIO INESPLORATO: La morte improvvisamente, quando compare, ci spinge in un territorio inesplorato, ci muoviamo verso lo sconosciuto…cosi’ ci chiediamo: cosa si sente quando si muore? Soffriro’? saro’ sola/o, completamente solo? Dove andro’ dopo la morte?
Dice Joan Halifax: quando ci poniamo queste domande, il nostro”non sapere” e’ ormai nato, poiche’ noi, in verita’, non potremo dar loro alcuna risposta. Questo processo e’ detto da antropologi ALLONTANAMENTO , SEPARAZIONE attraverso la quale abbiamo accesso a qualcosa che non e’ famigliare; questa fase accade quando la mente e’ aperta e salda. La volonta’ di rimanere aperti e saldi nell’incertezza, in questo caso della morte, in un antico poema buddista e’ detto DEL PREZIOSO SPECCHIO O ABBRACCIARE LA VIA.
La saggezza di una mente fresca aperta e pronta che non si affida ai fatti, alle conoscenze o ai concetti e’ una mente coraggiosa, capace di separarsi dal terreno famigliare delle attivita’ mentali e di restare nella realta’ silenziosa delle cose cosi’ come sono e non come si pensa debbano essere.
Andre’ Gide, dice che non possiamo scoprire nuove terre fino a che non perdiamo di vista, per un lungo periodo di tempo, la costa da cui siamo partiti. Questa e’ la natura della morte: abbandonarsi allo sconosciuto, liberarsi degli ormeggi e aprirsi all’ immensita’ di cio’ che realmente siamo.
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La morte e le religioni nel mondo
Dice JAMIE SAMS: “Il mio scopo, nel riaprire questi percorsi di crescita, (e anche quello di chi scrive) consiste nel promuovere la comprensione e la pace tra tutte le religioni, tutte le nazioni, tutti i clan, tutte le tribu’ e tutte le famiglie. Io credo che piu’ sappiamo gli uni degli altri e dell’universo, piu’ sara’ facile ricreare l’UNIMONDO da cui siamo venuti. Quando il Grande Mistero soffio’ la vita nel nostro mondo fisico e ci elargi’ doti e talenti che facevano di ciascuna forma di vita una parte del Tutto perfetto, la creazione era fondata sull’Amore. E’ giunto il momento di ricordare che l’universo potra’ essere riunito da quella stessa essenza, l’amore senza condizioni, per diventare nuovamente l’UNIMONDO ORIGINALE.
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La morte, il karma, la rinascita riguardano tutti gli esseri umani. Tutte le religioni del mondo ne hanno parlato e ne parlano; cosi’ faremo un excursus sulle varie dottrine o i vari credo e questo non per spingervi a giudizi o per indottrinamenti, ma per conoscere i vari popoli, fratelli come noi sulla Terra. Vorrei invitarvi ad aprire la mente, una mente fresca, curiosa, tollerante, compassionevole.
Il percorso e’ variegato, ci sono tanti compagni, ma e’ assolutamente personale… e la conoscenza libera dall’ignoranza,il male peggiore dell’umanita’…
…. ma poiche’ qui ci sono io, Carmen ,che scrivo, ho fatto le mie scelte, cercando tuttavia di essere SPONTANEA il piu’ possibile e chiedo a voi la stessa cosa, tenendo entrambi presente solo quello che ci risuona nel cuore e secondo questi principi: I 5 principi fondamentali del Taoismo rispecchiano perfettamente questo mio punto di vista: Unità, Armonia, Mutamento, Spontaneità e Non-Interferenza. La Spontaneità ha una rilevanza particolare. Difatti questa religione detesta le regole rigide, preferendo l’agire spontaneo, dettato dal cuore, esattamente come accade ai bambini. Perché? Perché questo agire è naturale, non alterato dalla mente. In tale ottica ogni persona è qualcuno e deve auto-coltivarsi nel rispetto della sua vera natura. Ogni persona ha il proprio Tao, ovvero la propria Via da seguire, ma poiche’ Siamo un tutt’ UNO, pur nell’individualita’, sarebbe appropriato Vivere pienamente la vita con coraggio,umanita’ e gratitudine e PREPARARSI ad una morte serena.
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Poiche’ viviamo in un’epoca in cui la scienza ha fatto passi avanti verso la spiritualita’, e’ doveroso accennare anche nel modo piu’semplice possibile come essa vede la morte,l’anima, la coscienza ; forse sono concetti un po’ difficili per chi non ha mai letto di fisica quantistica, ma aprono scenari meravigliosi e stupefacenti !
daremo ora solo qualche piccolo accenno :
…naturalmente non tutti crederanno nel Karma e nella Reincarnazione, anche se al mondo miliardi di persone vi credono… e poi c’e’ la nuova fisica quantistica che ci indica nuove strade o alcune antiche religioni che conoscevano gia’ le risposte…….
ma le vite precedenti esistono?
“Per l’anima non c’è mai nascita, né morte.
Esiste e non cessa mai di esistere.
È non nata, eterna, esiste sempre, non muore ed è originale.
Non muore quando il corpo muore.”
(Bhagavad-gita)
Il Prof. Angelo Bona, uno dei maggiori esperti italiani di ipnosi , sostiene che nulla è precedente e tutto è sincronico. Non c’è una vita passata ne una vita futura, tutto è correlato al presente. Non si nega la reincarnazione, ma si afferma che le vite precedenti sono in realtà esistenze non passate, ma sincroniche al presente. Esiste un Unico Organismo vivente in cui tu ed io stiamo vivendo all’unisono in un eterno presente Viviamo quindi in questo mondo spazio-temporale nel quale sperimentiamo ed elaboriamo il nostro karma generato da noi stessi. La Terra è un palcoscenico spazio-temporale, ma si ritiene che possano esserci infiniti mondi spazio-temporali sui quali reincarnarci ed evolvere. Così ogni istante diviene “unico” e meravigliosamente capace di guarire nell’amore tutte le nostre vite sincroniche. Le nostre vite, che pensiamo esperire una dopo l’altra, in realtà sono riconducibili al Sé contemporaneamente
L’illusione del tempo
Le vere domande sul concetto di reincarnazione vengono attualmente fuori quando iniziamo ad approfondire un po’ di fisica quantistica arrivando a comprendere che in realtà il tempo non esiste! Se la nostra vita è basata sul tempo, come fa a non esistere? Noi percepiamo lo scorrere del tempo, ma la sequenza di passato-presente-futuro in realtà non esiste realmente, ovvero il passato e il futuro coesistono contemporaneamente al presente.
Molti personaggi, dai filosofi agli scienziati sono convinti che il tempo non esista. Anche Einstein, nelle sue ultime lettere scriveva: “la separazione tra passato, presente e futuro ha solo il significato di un’illusione, se pur tenace”.
Sottintende che, anche se noi in questo piano percepiamo il tempo e ne siamo indissolubilmente legati, su altri piani (quelli della realtà essenziale) il passato, il presente e il futuro coincidono. Quindi, dal punto di vista della fisica, il tempo sembra essere un’illusione percepita dalla mente. Ma anche dal punto di vista esoterico, esiste solo il momento presente è un messaggio trasmesso da sempre da tutti i maestri spirituali, quel famoso e sfuggevole “qui ed ora”.
Tuttavia, attraverso la nostra mente razionale (e in questo piano dove concepiamo il tempo come qualcosa di lineare), il susseguirsi delle vite nel ciclo della reincarnazione sembra essere sequenziale, cioè una vita dopo l’altra. Ma sarà proprio così? Come stanno le cose? Esistono le vite precedenti?
E secondo alcuni scienziati ci sarebbe la prova che le nostre vite non finirebbero mai,semplicemente perché la morte non esiste.
Cos’è la morte PER LORO ?
R. LANZA :
La morte, è solo il frutto del nostro pensiero. Non esiste, probabilmente come non esiste tutto il resto. A questa conclusione è giunto uno dei più noti Fisici moderni: Roberto Lanza. Lo scienziato è anche un esperto di medicina rigenerativa e direttore del Advanced Cell Technology Company negli Stati Uniti. Per farvi comprendere di chi stiamo parlando, possiamo dire che recentemente il New York Times lo ha descritto come «il terzo più grande scienziato ancora in vita».
Nel suo libro Biocentrism: How Life and Consciousness Are the Keys to Understanding the Nature of the Universe, il ricercatore spiega come ci siano prove del fatto che sia la nostra coscienza a creare l’universo materiale. Pensavate il contrario forse? Lui ha diversi elementi a sostegno dell’ipotesi che l’universo e le sue leggi sono ottimizzate per quella che noi chiamiamo vita. Ciò può avere solo una spiegazione: l’intelligenza esisteva prima della materia. Idem per il concetto di spazio e tempo: «Portiamo lo spazio e il tempo in giro con noi, come le tartarughe con i propri gusci».
Cosa accade se si distrugge il guscio?
Se portiamo lo spazio e tempo a spasso esattamente come fa la tartaruga con il proprio guscio, cosa potrebbe accaderci se esso si distruggesse? Non succederebbe niente, nel senso che noi continueremmo a esistere (seppur in forma diversa). La morte, in pratica, non esiste se non sotto forma di pensiero. Siccome siamo abituati a identificarci attraverso il nostro corpo, quando esso non ci sarà più (pensiamo) noi svaniremo nel nulla. Ma le prove dimostrano il contrario: il nostro corpo – quando è in vita – riceve una sorta di segnali esattamente come fa un decoder per trasmettere le nostre trasmissioni preferite. Quindi ovunque saremo – o qualunque corpo avremo dopo – tali segnali ci accompagneranno sempre.
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L’esperienza di Vittorio Marchi: Vittorio Marchi è considerato un grande scienziato.
Egli Insegna fisica da molto tempo e le sue teorie stanno coinvolgendo sempre più persone. Durante un’intervista rilasciata a Macro Edizioni, lo scienziato ha spiegato come all’atto del trapasso – secondo recenti studi – nel nostro cervello vengono inglobati dei micro-tubuli a livello dei neuroni. Si tratta dei principali componenti dello scheletro strutturale delle cellule che contengono le tubuline, sostanze di informazione quantica che ci legano con il tutto il resto dell’universo. E durante la fase che noi chiamiamo morte rientriamo in questo tutto. In pratica nulla va perduto e può essere riutilizzato per vivere una nuova vita.
Il misticismo orientale afferma che Dio non è una entità, ma uno stato di consapevolezza e che uno scienziato unidisciplinare non lo troverà mai, perché viaggia con il paraocchi. Per questo c’è stato un Gesù che con la sua missione storica si è speso molto per osservare che “tutto l’ Universo è figlio di una donna sterile”. Una metafora per indicare come tutta la Creazione sia… Increata. Ma come fare per spiegare alla mente umana un concetto così impossibile da assimilare? Come fare ad illustrare che l’Universo è “inessente”, e che quindi non diviene, nel senso che non viene in essere, ma è?
Per cercare una via di uscita al problema il misticismo ha dovuto affidarsi al simbolo e al mito per esprimere un concetto di Assoluto Eterno che eliminasse l’ idea dell’ origine e della fine, della nascita e della morte delle cose e degli esseri umani. Ma il misticismo, tra archetipi, alchimie, astrologie e altro, mancava di un linguaggio adatto, di una “neolingua”, capace di trasferire quanto sperimentato interiormente (spiritualmente) all’esterno. Per questo la scienza (quantistica), pur arrivando in ritardo, ha avuto il grande merito di tradurre in un linguaggio elaborato, ideale e più adatto alla massa qualcosa che ha le dimensioni dell’“infinito”, per trasmettere tale “Informazione” alle capacità dell’ intelletto umano. E allora, coincidendo con quanto affermato dalla verità mistiche millenarie, anche la fisica quantistica ha finito per concordare con i testi dei Veda e dei Vedanta nel dire che non esiste un “altrove” (relatività), bensì un “ovunque” (assoluto), non un luogo (spazio), ma la non-località. Non un tempo, ma un “hic et nunc” (qui ed ora). Sempre. Ecco perché oggi l’oriente riconosce che: “Scienza e Spiritualità sono come due gambe che consentono all’ uomo di avanzare verso la meta”.
Vittorio Marchi : Che cosa è il tempo? Esiste veramente o è una illusione mentale?
Con l’osservazione l’onda diventa corpuscolo. L’energia del Campo Unificato (intelligente) diventa materia. La materia si trasforma e produce il tempo e lo spazio (il momento e la posizione). Dunque il tempo nasce dalla trasformazione dell’energia in materia. Ma in realtà il tempo e lo spazio non esistono. Ci sono intervalli rapidissimi che sembrano succedersi in continuità tra una scomparsa e una apparizione di una particella e l’altra. Questi intervalli che sembrano susseguirsi in rapida successione sembrano andare a costituire il tempo. Ma così non è. Se il nostro occhio potesse avere un potere percettivo più veloce (più risolutivo), ci accorgeremmo che nulla fluisce e nulla scorre. Tutto è, anche se ciò sembra un ossimoro (paradosso), movimento è quiete – come diceva lo stesso Gesù (primo fisico quantistico ante litteram).
Solo ora forse si è incominciato ad intravedere che il “nulla” o il “vuoto” di cui parlavano il “realizzato” himalayano (Buddha) o il sufi islamico(Rumi) non stavano ad indicare il “niente”, bensì il “pieno” di uno stato quantico vibrazionale, privo di spazio e di tempo e materia
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Il dott.Hameroff e lo scienziato Penrose teorizzano che la nostra coscienza è in realtà un’informazione quantistica che risiede nei microtubuli nel cervello. Alla morte, l’informazione quantistica (la nostra coscienza) trovata in questi microtubuli nel cervello perde il suo stato quantico e viene rilasciata dal corpo nell’universo in generale. Essi Sostengono fondamentalmente che esisteremo sempre come informazione quantistica nel cosmo. Quindi la nostra mente cosciente rimane, mentre il nostro corpo fisico non c’è più. In effetti, siamo eterni. Molti dicono che questa teoria è un argomento moderno per l’esistenza dell’anima.
In sostanza, la nostra coscienza è la nostra anima. L’unica differenza tra i significati tradizionali dietro di esso è ciò che accade alla nostra anima dopo la morte. Anche se con tutte queste informazioni che portano a possibilità che non erano state prese in considerazione prima, ancora non provano né confutano l’esistenza di Dio, molti di coloro che hanno avuto un’esperienza di pre-morte sembrano aver perso ogni paura della morte, poiché dopo le loro esperienze ora credono che sopravviveranno alla morte fisica in un universo pieno di amore. ETC…
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E’ gia’ un dono essere nati, e’ gia’ un dono essere Terrestri: questo e’ quello che c’e’. Amo la Terra e amo DIO, quindi sento questo sentimento come un invito ad amare me stessa e tutto quello che esiste e tutti coloro che sono nel mio piano di vita. Adesso anche voi che leggete. Questo e’ quello che c’e’, per me.
C’e’ il parlare della morte, c’e’ familiarizzare con la morte, c’e un dolce sentimento che e’ un’afflato in me: UNA DONNA, UNA TERRESTRE, UN’ANIMA DI DIO, UNA MORTALE, UNA IMMORTALE.…luce
Questo lo penso io e voi cosa pensate ? GRAZIE! GRAZIE GRAZIE ANCORA PER QUESTO SEMINARIO. BUONA VITA ! carmen
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IN QUESTO SEMINARIO CI FAREMO AIUTARE
da molte persone che hanno vissuto episodi di pre-morte,dagli insegnamenti di maestri e guru
e da autori e terapisti…e dalle nostre esperienze personali
“Nell’Aldilà nessuno ci giudica, né ci condanna, o punisce, ma il soggetto stesso si trova immerso in un ambiente d’Amore sconfinato ed incondizionato; egli rivive simultaneamente, come a volo d’uccello, e con grande intensità, la sua vita terrena appena conclusa, percependo le ripercussioni dei propri atti ed immedesimandosi negli altri; si confronta spontaneamente con quell’Amore divino, si rende conto così delle proprie limitazioni ed imperfezioni, se ne pente e viene indotto dalla legge del karma a decidere, eventualmente con l’aiuto o la spinta di entità superiori, di reincarnarsi in modi e situazioni atte a fargli sperimentare e migliorare i propri difetti “
(Gianni Vita)
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Venite fino all’orlo, Egli disse.
Essi risposero: abbiamo paura !
Venite fino all’orlo, Egli disse
Essi vennero
Lui li spinse… ed essi Volarono
(G. Apollinaire)
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“Lasciate che i morti partano tranquillamente, non tratteneteli col vostro dolore e la vostra sofferenza. Pregate per loro, inviate loro il vostro amore, pensate che si liberino e si elevino sempre più nella luce. Se li amate veramente, sappiate che sarete un giorno con loro.Questa è la verità. Là dove è il vostro amore, là un giorno sarete anche voi. Per incontrare nuovamente quell’essere là dove si trova ora, l’unico mezzo infallibile consiste nel fare lo sforzo di coltivare le stesse qualità che si sentivano e si apprezzavano in lui quando era in vita.Se volete veramente ritrovare un essere a voi caro, non avete altra soluzione che cercarlo attraverso le sue virtù, perché un tale incontro può verificarsi soltanto per la legge di affinità. Sviluppando le sue stesse qualità, ritroverete il suo spirito, che è realmente quell’essere.”
(O. Mikhaël Aïvanhov)
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“Se tu sapessi il mistero immenso del cielo dove vivo,
Se tu potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo
in questi orizzonti senza fine
e in questa luce che tutto investe e penetra,
Tu non piangeresti se mi ami!
L’incanto di Dio e delle sue espressioni di sconfinata bellezza
sono ormai parte del mio essere.
Le cose di un tempo, al confronto, sono immensamente piccole e quasi senza colore.
Mi e’ rimasto un intenso affetto per te,
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato e amato nel tempo;
ma tutto era allora cosi’ fugace e limitato.
Ora vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi:
tu pensami cosi’.Nelle tue difficolta’ richiama alla mente questa meravigliosa casa,
dove non esiste piu’ la morte e dove, insieme, ci disseteremo,
nel trasporto piu’ intenso e piu’ puro, alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore.
Non piangere se veramente mi ami.”
(S.Agostino)
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“Quando sai che la morte tocca al corpo e non a te, ti limiti ad osservare come esso ti cada di dosso via , come un abito smesso”.
(Nisargadatta Maharaji – Maestro indiano del XX secolo)
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“Se sai come morire, la morte é trasformata. Tu non vieni distrutto! Quando sai come morire, sei tu a distruggere la morte con un sorriso, con una risata del tuo essere, accogliendola. La morte non é presente: é solo Dio, il tuo Amato, che giunge a te. Quando la definisci morte fraintendi. La morte in quanto tale non esiste: si cambia semplicemente corpo e il viaggio continua”
(Osho Rajneesh)
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Prepararsi alla morte:
Accompagnare un morente significa promuovere una morte consapevole,accettata, amica. Ricordiamo che quando si parla di accompagnamento al morente,il primo morente da dover accompagnare siamo noi. Questo fa porre la domanda “come mi accompagno a vivere?”, come seguo/accolgo i cambiamenti continui ? so stare nel flusso del cambiamento che è un continuo morire, e so stare in consapevolezza di essere eterno che è un continuo vivere?
Attenzione e trasformazione. Presenza e impermanenza. Consapevolezza e non attaccamento. Eccole, le parole chiave con cui far crollare qualsiasi tabù sulla morte e accogliere il senso immediato di liberazione che ne consegue.
Il morire può essere un tempo di apprendimento e di crescita, un tempo per rendere più profondo il nostro amore, la nostra consapevolezza di cosa è importante nella vita, la nostra fede e impegno verso le credenze e le pratiche spirituali. La morte può essere persino un’opportunità per comprendere la vera natura di noi stessi e di tutte le cose, una comprensione che ci permetterà di liberarci dalla sofferenza.
Con un corretto esercizio e una giusta preparazione, noi tutti possiamo avere una morta tranquilla e positiva. È importante esaminare i pensieri, le sensazioni e gli atteggiamenti che abbiamo riguardo alla morte e al morire, per vedere se sono realistici e salutari.
Come vi sentite quando leggete o ascoltate le notizie di un disastro, dove molta gente è stata uccisa improvvisamente e inaspettatamente? Come vi sentite quando venite a sapere che uno dei vostri familiari o amici è morto o gli è stato diagnosticato un cancro? Come vi sentite quando vedete un carro funebre o passate davanti a un cimitero? Come pensate che sarà morire? Credete in qualcosa oltre la vita, in un aspetto positivo della morte?
Ci sono due atteggiamenti non salutari che qualche volta le persone hanno verso la morte. Uno è di essere spaventati pensando che sarà un’esperienza terribile, dolorosa o che significherà un totale annientamento. Questa paura porta alla negazione e al voler evitare di pensare e parlare della morte. Vi sembra una buona idea, considerando il fatto che un giorno la dovremo affrontare? Non sarebbe meglio accettare la realtà della morte e poi imparare a superare le nostre paure ed essere preparati quando succederà?
L’altro atteggiamento non salutare è quello noncurante e irriverente quando si è portati a dire: “Io non ho nessuna paura della morte. So che un giorno dovrò morire, ma tutto andrà bene, potrò gestirla” OPPURE: la morte e’ una fregatura, adesso penso a vivere come voglio poi vedremo….
Si ha questo atteggiamento, di solito, quando si e’ giovani, ma un giorno ci si puo’ ritrovare in mezzo a un terremoto e pensare che si potrebbe veramente morire e allora si arriverebbe a scoprire che in realtà ci si e’ sbagliati, si e’ terrorizzati dalla morte e totalmente impreparati ad essa!
Nel Libro tibetano del vivere e del morire Sogyal Rimpoce cita un maestro tibetano che diceva: “La gente fa spesso l’errore di essere superficiale verso la morte e pensa: bene, la morte succede a tutti. Non è un grosso problema, è naturale. Andrà benissimo. Questa è una teoria piacevole fino a quando non si sta morendo”.
Se vi accorgete di avere uno di questi due atteggiamenti, allora sarebbe una buona idea indagare di più su cosa sia la morte. Saperne di più sulla morte e sul morire ci aiuterà a diminuire la paura della morte (perché noi tendiamo ad avere paura di ciò che non conosciamo o non capiamo) e aiuterà coloro che hanno un atteggiamento irriverente a prendere la morte più seriamente e a rendersi conto dell’importanza di prepararsi a essa.
Cosi’, parliamone ! Con tranquillita’ e grazia.
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Dice Cesare Boni: Vivere in consapevolezza il passaggio sia della morte come quello della nascita è di grande importanza: il primo influenza la vita “di là”, il secondo influenza la vita “di qua”. Tutti i momenti di passaggio, di transizione sono fondamentali, più ne siamo consapevoli più ci aiuta a vivere bene ciò che verrà oltre la porta.
Così durante il passaggio della morte, saper riconoscere ciò che stiamo vivendo, è fondamentale, il passaggio dalla forma fisica ad una forma eterica è ciò che viene sperimentato ad esempio con tecniche di meditazione, da quelle indiane, tibetane, sciamaniche, a quelle nordiche e africane. Molte tradizioni comprese quelle tribali si preparano alla celebrazione del passaggio accompagnando il morente in modo propizio per il suo viaggio di ritorno alla sorgente. Si cerca di portare in espansione la consapevolezza del morente, quindi eliminare il più possibile i dolori che gli impediscono un’esperienza di espansione, per raggiungere un’esperienza di calma e quiete interiore, di amore per se stessi, di pace verso il proprio passato, …e
Tutto questo è più facile se consideriamo il morente un vivente (Patch Adams), questo significa non trattarlo da morto, bensì da vivo.
PRATICHE DI ESPANSIONE DELLA COSCIENZA consigliate da CESARE BONI
Lo stato di trascendenza può essere colto perché è sempre presente nella sua quiete e nella sua perfezione. Possiamo averne l’esperienza se siamo capaci di cogliere l’attimo tra due azioni, due pensieri, due respiri, tra il sonno e la veglia, tra due suoni, tra due passi…
PUNTI DI GIUNZIONE
Lo stato di trascendenza può essere colto perché è sempre presente nella sua quiete e nella sua perfezione. Possiamo averne l’esperienza se siamo capaci di cogliere l’attimo tra due azioni, due pensieri, due respiri, tra il sonno e la veglia, tra due suoni, tra due passi…
Durante la giornate cercate di essere consapevoli di questi momenti di passaggio, che in tibetano sono chiamati “Bardi”. Potete iniziare la mattina quando vi svegliate: rimanete il più possibile nello stati di dormiveglia, che è tanto piacevole perché è molto vicino al turiya.
Un giorno qualcuno chiese al Buddha: “Quale pratica seguite tu e i tuoi monaci?”. Il Buddha rispose. “ Noi ci sediamo, noi camminiamo, noi mangiamo”. La persona rimase stupita e obbiettò. “ Tutti si siedono, camminano, mangiano”. “Si, – rispose il Buddha – ma noi quando siamo seduti, sappiamo di essere seduti, quando camminiamo, siamo consapevoli di camminare, quando mangiamo, sappiamo di mangiare ,”
vedere l’invisibile:
Per potere vedere l’invisibile dobbiamo usare la nostra “intelligenza”, intesa come “guardare dentro” (Intelligenza viene dal latino intelligere, che è composto da intus: dentro e legere: leggere). Quell’intelligenza che scaturisce dall’amore ed alimenta l’amore, che è allo stesso tempo intelligenza del vedere e intelligenza dell’agire.
Questo miracolo di unione è un capolavoro della più grande intelligenza umana. Vedere fino in fondo la vera natura delle cose, la vera natura della nostra mente e da questa visione della verità operare, agire. Vedere anche la morte per quella che e’.
La meditazione è senz’altro una delle corsie preferenziali per raggiungere tale dimestichezza, per entrare in contatto con ciò che é invisibile, intangibile, impermanente e silenzioso. Che altro è meditare se non fare esperienza della morte? Se non entrare in ascolto dell’anima (essere universale) compiendo il sacrificio (sacrum facere) dell’ego (essere individuale) nell’immobilità di un gesto di resa totale che è amore? Surrender, abbandono, resa totale, fiducia nello spirito.
Entrando nel sacro si entra in se stessi, dice “ il canto del silenzio” di Raimon Pannikar :
“Il silenzio ha direttamente a che fare con l’ascolto. Il silenzio non si può creare se non si sa ascoltare. Non è un atto puramente fisico, il saper ascoltare. Sapere inteso come sapida scienza, come conoscenza…
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IL BARDO DEL MORIRE:
Ringraziamo Cesare Boni dal quale abbiamo attinto i concetti che cosi’ saggiamente ci pone dal suo libro “Dove va’ l’anima dopo la morte?” che consigliamo a tutti di leggere. Ringraziamo di cuore Boni perché il suo bel libro, le sue parole, le sue ricerche, le sue esperienze, aprono un mondo nuovo e liberano dalla paura. Lui e’ gia’ “al di la’ del velo”
Egli, dopo aver parlato del concepimento e della creazione dei Chakra e del prana che li alimenta, spiega del loro dissolvimento: il BARDO DEL MORIRE
DISSOLUZIONE ESTERNA ED INTERNA DEI CHAKRA, LA MORTE E LA RINASCITA SECONDO il BARDO TIBETANO DEI MORTI
“Giorno dopo giorno, prima o poi giungeremo al momento in cui la struttura fisica diverra’ inadatta a sostenere il nostro lavoro di AUTOCONSAPEVOLEZZA.. Il corpo formato dagli organi di senso, dai nostri sensi e dai nostri elementi COMINCIANO A DISSOLVERSI. Questo nel buddismo tibetano e’ chiamato il “Bardo del Morire”. La parola Bardo significa “momento di passaggio”, “punto di giunzione”. Ogni volta che una situazione, un atto un pensiero finisce ed una nuova situazione non e’ ancora iniziata, stiamo vivendo un punto di giunzione, un bardo. In quel momento avviene qualcosa di straordinario: si apre una porta per entrare nell’esperienza della nostra vera natura. Questi momenti di passaggio, questi bardi sono estremamente preziosi, carichi di una straordinaria energia essendo porte di contatto con l’Assoluto. Nella nostra vita incontreremo molti bardi, il piu’ importante e’ quello del morire, che va di fatto da quando inizia una malattia, un incidente che ci portera’ alla morte fino all’ effettiva morte fisica. Il Bardo del morire si articola in due fasi egualmente importanti: -la dissoluzione esterna e quella interna-
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Nella dissoluzione esterna riassorbiamo le energie del nostro corpo fisico, quindi degli organi d’azione, degli organi dei sensi, dei sensi fisici e dei 5 elementi di cui siamo formati.
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Nella dissoluzione interna riassorbiamo i nostri sensi interni, la nostra mente, il nostro intelletto e la costruzione mentale del nostro ego, destrutturiamo, quindi, il nostra senso di identita’ , la nostra individualita’….etc….
Un pensiero sulla morte del grande maestro Sufi RUMI :
Morite, morite
Morite, morite, di questo amore morite,
se d’amore morirete, tutti Spirito sarete!
Morite, morite, di questa morte non paventate,
da questa terra su volate e i cieli in pugno afferrate!
Morite, morite, da questa carne morite,
non è che laccio la carne, e voi ne siete legati!
Prendete, prendete la zappa per scavar la prigione!
Spezzato che avrete il muro, sarete principi, emiri!
Morite, morite davanti al sovrano bellissimo:
morti che avanti a lui sarete, sarete sultani e ministri!
Morite, morite, uscite da questa nube
usciti che ne sarete, Luna lucente sarete!
Tacete, tacete, il silenzio è sussurro di morte;
tutta la vita è in questo: siate un flauto silente. (RUMI)
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Ascolteremo non solo Scienziati,filosofi, maestri e terapeuti che parlano della morte e del karma e dell’immortalita’ dell’anima,ma diamo voce anche ad “Esseri di Luce” canalizzati da Esseri umani :
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…. ascoltiamo anche gli HATHORS, entita’ di luce, attraverso il canale di Tom Kenyon, cosa ci dicono sulla morte:
Quando spostate la vostra identità sulla quinta dimensione, la vostra storia personale in questa vita vi sembra come un sogno. Questo, perché avete trasceso le ancore sensoriali della vostra vita incarnata, e tutta la vostra storia, tutte le storie di questo universo, vengono sperimentate in forma di sogno. Durante certi stati di coscienza profondamente allargata, questa natura della vita simile al sogno può essere sperimentata direttamente. Ma, per la maggior parte degli esseri umani, questa esperienza emerge solo attraverso il passaggio che voi chiamate morte.
Sono due i tipi di morte di cui vorremmo parlare. Il primo tipo di morte è la metamorfosi psicologica e spirituale che si verifica quando vi spostate nella realtà di quinta dimensione. Questo, spesso, può sembrare una specie di morte, perché il vostro orientamento abituale sulle realtà a base sensoriale scompare. Chi siete? Qual è il significato della vostra vita? Queste domande esistenziali fondamentali sono profondamente influenzate dalle transizioni nelle realtà di quinta dimensione e oltre. E così, a coloro che stanno leggendo queste righe e che stanno passando alla quinta dimensione – o a una più alta – noi diciamo: non siate sgomenti dalla sensazione di fine che provate. La sensazione di morte imminente scaturisce in voi a causa della vostra transizione verso una realtà di dimensione superiore e non è un annuncio della vostra morte fisica. Il secondo tipo di morte di cui desideriamo parlarvi è la morte della vostra realtà biologica (cioè il vostro corpo fisico). Al completamento del processo di morte, non riceverete più l’input sensoriale dal vostro mondo esteriore e la vostra esperienza di spazio e tempo (come li conoscete adesso) sarà obliterata. La cosa può disorientare parecchio, se non si è preparati. Può essere anche piuttosto esilarante, se capite la natura di ciò che sta succedendo. Se vi identificate completamente ed esclusivamente come un organismo biologico, il momento della vostra morte può essere spaventoso. Se, però, avrete già assaggiato la libertà della realtà di quinta dimensione e oltre, la vostra transizione attraverso la morte sarà più facile. Al completamento della vostra morte biologica, secondo la nostra prospettiva ed esperienza, vi troverete davanti tre portali…..ne parleremo al seminario ED E’ MOLTO INTERESSANTE….. …..continua…..
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PER ACCOMPAGNARE SIA IL MORENTE CHE L’ACCOMPAGNATORE, NEL BARDO DEL MORIRE
proponiamo:
- –PERMETTERE E LASCIAR ANDARE: LE NOSTRE EMOZIONI DAVANTI ALLA MORTE E A QUELLO CHE CI VIENE TRASMESSO
- – FIDATI E AFFIDATI: L’ARTE DEL MORIRE
- -KARMA E REINCARNAZIONE
-YOGA NIDRA: LO STATO DI SONNO COSCIENTE NEL QUALE SPERIMENTEREMO UNA VISUALIZZAZIONE COMMOVENTE: noi stessi che “incontriamo gli altri”.
-MEDITAZIONE: 3 DOMANDE ALLE QUALI, SE AVRAI IL CORAGGIO DI DARE ONESTAMENTE E SINCERAMENTE LE RISPOSTE, POTREBBERO FARTI SCOPRIRE L’ILLUMINAZIONE SENZA MORTE SIA ORA SIA QUANDO MORIRAI DAVVERO.
-HO’OPONOPONO: l’arte di guarigione e purificazione dell‘HO’OPONOPONO che ci aiuta a liberarci dagli attaccamenti,dai sensi di colpa e dalle recriminazioni per innondare dare la nostra anima di pace, comprendendo che noi siamo gli attori della nostra vita, co-creatori insieme agli altri
– FIORI DELLA FLORITERAPIA DI BACH E DI QUELLA AUSTRALIANA: consigli su alcuni FIORI PER LENIRE LE SOFFERENZE FISICHE E PSICOLOGICHE E PER ESSERE ACCOMPAGNATI DOLCEMENTE NELLA CONSAPEVOLEZZA DELLA SOLENNITA’ DEL MOMENTO
-IL REIKI DELLA SCUOLA DI SPAZIO SACRO: I TRATTAMENTI PIU’ APPROPRIATI
-I MANTRA- PREGHIERE E MUSICHE APPROPRIATE: DOLCI SUONI PER “SOSTENERE IL RISVEGLIO” DURANTE IL VIAGGIO. Naturalmente quando questo e’ possibile,
Altrimenti, nell’abbraccio condiviso della MEDITAZIONE, sia “l’accompagnatore”che il morente possono affidarsi ad un SILENZIO PROFONDO
che va oltre la consolazione e il prendersi cura : APRIRE LO SPAZIO SACRO E LO SPAZIO SENSIBILE. Riconnessione con il proprio Se’ superiore.
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PER QUANTO RIGUARDA NOI, OGNI GIORNO E’ APPROPRIATO PER LA CONSAPEVOLEZZA.
GRAZIE PER ESSERE QUI, CON MENTE APERTA E FRESCA A LEGGERE E MEDITARE !
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SEMINARIO TENUTO DA : CARMEN CATTANI ED EMMANUEL CELANO
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Perché esiste la morte…
Nella sezione “Mokshadharma” del Mahabharata, il saggio Yudistira chiede a Bishma cosa sia la morte e perché esista. Bishma racconta che Dio, essendo creatore, assolve questo suo compito senza sosta in questo universo. Ma un tempo, non essendoci la morte, ogni cosa cresceva e si moltiplicava, nasceva, viveva ed invecchiava, ma non moriva. Dio cominciò a preoccuparsi di una situazione che diveniva esasperata. Non potendo distruggere tutti per ristabilire un equilibrio, chiamò Mrityu, l’energia che sostiene la vita, e diede ordine che questa energia svolgesse il suo compito solo per un certo numero di anni, in maniera differenziata per ogni specie e per ogni individuo. Questo fu reso noto in tutto l’universo, così che la morte non fosse considerata solo un evento individuale ma che tutti sapessero che chi viene al mondo attraverso un qualsiasi tipo di nascita, dovrà necessariamente, scaduto il suo tempo, morire.
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Abbiamo scelto come protettore di questo seminario SAN FANURIOS
il giovane che non ha avuto paura della morte ed e’ morto per fede e amore